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Ghini: "Sono malato della Roma"

Il regista e attore: "Le altre squadre si sono lanciate in una dimensione più internazionale, in maniera scientifica. Noi rimaniamo sempre all’era di un americano a Roma: non credo più a Babbo Natale"

ROMA - L'attore e regista Massimo Ghini, che domani riceverà il Premio Giuseppe Colalucci, ha parlato a “Gli Inascoltabili” in onda su Nsl Radio e Tv: “Sono molto contento perché quando ricevi premi di questo genere - che non ti coinvolgono per quello che hai fatto, ma per una passione (io sarò premiato in quanto un malato della Roma e quindi sofferente per questa malattia) - fa ancora più piacere perché viene riconosciuta la mia anima sportiva”.

Quando a Ghini viene chiesto che cosa pensa del recente cambio di proprietà del club giallorosso, risponde così: "Mi piacerebbe poter rispondere da avvocato che sa rigirare la frittata, perché ho tantissima rabbia dentro. Io faccio parte di quella generazione che ha vissuto la Rometta, poi ha vinto due scudetti, infine è passata dal tentare di diventare altro al non riuscirci mai. Tutto ciò ti sconforta, anche se la passione rimane invariata. Capisco che al giorno d'oggi bisogna smetterla di sembrare ciò che in realtà non siamo e non possiamo essere. Le altre squadre si sono lanciate in una dimensione più internazionale facendolo in maniera scientifica. Noi rimaniamo sempre all’era di un americano a Roma. Ogni volta abbiamo l’idea dell’arrivo dell’americano che ci salva e poi però cade dentro il burrone della marranella. Io questa volta non mi pronuncio perchè non credo più a Babbo Natale. Sarebbe divertente continuare a crederci, ma non penso che l’aria sia quella”.

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