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Nela: "Mourinho è stato uno choc per Roma"

Il grande ex giallorosso: "Non mi aspettavo il suo ingaggio: certo mi auguravo una cosa simile, la auspicavo"

Sebino Nela è intervenuto ai microfoni di New Sound Level 90 FM a “Il Diabolico e il Divino”.

Ti aspettavi un ritorno di Mourinho in Italia?
Questa città aveva bisogno di uno choc ed è arrivato con il portoghese. E poi i risultati si sono già visti: questo è un buonissimo gruppo. Per le questioni tattiche, il bel gioco, servirà tempo. Non mi aspettavo l’ingaggio di Mourinho: certo mi auguravo una cosa simile, la auspicavo. Sarà una bella annata per la Capitale: non sottovalutiamo nemmeno la Lazio. Sarri è un gran colpo.

In questo periodo si parla molto di leader positivi e leader negativi. Falcao a quale “gruppo” apparteneva?
Con Paulo Roberto ho un buonissimo rapporto. L’ho sempre stimato come giocatore e mai mi sono permesso di entrare nella sua vita privata. Come compagno di squadra, però, qualcosa penso di poterla dire: quella sera, quella del 30 maggio ’84, sbagliò. Poco da aggiungere. Qualche anno fa chiese spiegazioni, rispetto alle mie dichiarazioni pubbliche, ad un amico giornalista. “Paulo  una sciocchezza l’hai fatta su…” gli rispose quello. Falcao è un uomo intelligente e dopo quarant’anni ha ammesso le sue colpe (ride).

A differenza di altre società, la Roma manca di figure “rappresentative” all’interno del suo organigramma. Perché?
Per quello che mi riguarda negli ultimi anni ho avuto due incarichi: il ruolo di mediatore tra pubblico e forze dell’ordine. Una cosa piuttosto complicata che sconsiglio a tutti. Poi mi hanno assegnato alla Roma Femminile. Avendo due figlie grandi,  penso di sapermi rapportare con le donne.  Ho scoperto un mondo meraviglioso. Mi piacerebbe tornare a Trigoria, però a noi nulla è dovuto: lo dico sempre ai miei ex compagni. Dobbiamo studiare e capire quale ruolo vogliamo ricoprire. Bisogna meritarsi l’occasione. Probabilmente qua non è aria: forse i club hanno paura di perdere visibilità davanti a un ex amato dalla piazza.

Ci pensi mai a quello che poteva essere e non è stato?
Cerco sempre di fare sempre valutazioni serene. E posso dire che, nella mia carriera, la sconfitta più cocente rimane quella contro il Lecce e non quella contro il Liverpool. Con i pugliesi sembrava già tutto fatto, mentre in Coppa dei Campioni affrontammo una squadra fortissima.

Il ruolo di terzino sinistro è molto cambiato nel tempo?
Partiamo dal presupposto che si possono chiamare terzini, solo i laterali di una difesa a quattro. Alla mia epoca eravamo tantissimi: io, Paolo Maldini, Gigi De Agostini, Alberto Di Chiara. Negli ultimi anni i terzini stanno scarseggiando: qualcosa si trova, ma nulla di alto livello.

Dove può arrivare questa Roma?
Quando non parti favorito, dipende molto anche dalle tue avversarie. Per quello che ho visto mi sembra che possa essere un campionato equilibrato, dove se la possono giocare almeno 4-5 squadre, sono tutte sullo stesso livello. Ecco perché quest’anno la differenza possono farla gli allenatori. La Roma da questo punto di vista è un passo avanti: capiremo di che pasta è fatta dalla sesta in poi. Dopo il derby per capirsi.

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