Qua la mano, Lore. Il contratto di Pellegrini ormai è cosa fatta, stavolta davvero: nell’incontro di ieri a Trigoria, il procuratore Pocetta e il general manager Tiago Pinto hanno limato gli ultimi dettagli per prolungare il rapporto tra la Roma e il proprio capitano. Pellegrini firmerà fino al 2026, dunque per cinque anni, e guadagnerà circa 4 milioni più bonus vari, diventando il secondo giocatore più pagato della rosa dopo Abraham, ma il più oneroso in assoluto per la società che in questa trattativa non può avvalersi dei benefici del Decreto Crescita.

Fumata bianca

Del resto la Roma non aveva alternative e nemmeno il tempo per dettare condizioni differenti. Arrivato ormai a 9 mesi dalla scadenza, Pellegrini era libero di guardarsi intorno e cercare una soluzione diversa per la sua carriera. Non è successo perché il piano di sviluppo che la proprietà gli ha sottoposto e il ruolo centrale che gli ha garantito Mourinho dentro alla squadra hanno smantellato ogni perplessità. «Da quando sono arrivato alla Roma non ho mai visto un’atmosfera del genere, una mentalità così vincente» aveva ammesso Pellegrini dopo la doppietta di Salerno. Per l’ufficializzazione dell’accordo occorre solo attendere l’ok dei Friedkin, che devono dare il via libera all’investimento. È un passaggio formale doveroso, per una struttura che il vertice gestisce con grande partecipazione sin dai primi giorni. Si tratta di un contratto impegnativo, su una base praticamente raddoppiata rispetto agli emolumenti attuali, che è comunque giustificato dal valore del calciatore e del professionista, che sarà il simbolo della nuova Roma: giovane, forte e ben radicato sul territorio. (...)

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