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Pellegrini, talento, simbolo e leader

ANSA

Quinta vittoria e quindici punti su ventuno a disposizione. Davvero niente male. Seconda consecutiva, inclusa la passeggiata in Ucraina. La Roma c’è, il derby che scolora e la testa già sulla Juventus a Torino del dopo sosta. Olimpico in festa e mai così canoro. Storie perfette dentro un risultato perfetto. Almeno un paio di lusso per il calcio più bello da raccontare, quello dei cuori, non delle logorroiche elucubrazioni tattiche, che Gesù Bambino li silenzi. Si comincia con la magnifica affermazione identitaria dello stadio intero prima del fischio d’inizio. L’assurdo veto della Lega. Vietato mandare la canzone di Venditti dopo il pomposo e vuoto fracasso dell’inno di Allevi? Due note di Roma Roma Roma, il file audio s’interrompe e parte dal più vivo che mai un gigantesco coro a cappella di tutti i tifosi giallorossi, da curva a curva. Atmosfera da brivido. L’Olimpico sempre più vicino al mito Anfield, aspettando lo stadio che sarà. Più raccolto e più empatico che mai.

Pellegrini, una storia meravigliosa

La seconda storia. Lorenzo Pellegrini. Il contratto firmato alla vigilia, la dichiarazione d’amore, capitano più che mai, a 25 anni. E il quarantunesimo minuto, lo splendido gol, marchio di fabbrica, inserimento e tiro perfetto. Dentro una partita complicata e un Empoli che ti braccava a tutto campo. Tutto sotto la Sud, finalmente, decisamente, irreversibilmente tutta sua. Nella tradizione romanista dei capitani leader emotivi e tecnici. Il ragazzo sembra aver stappato tutto il suo talento che nessuno di noi e forse lui nemmeno sapeva quanto immane. Il giorno che metterà a fuoco le traiettorie su punizione sarà quel giocatore capolavoro che José Mourinho, va riconosciuto, ha colto con sguardo istantaneo.

Solo note positive. La sconfitta del derby non era da depressione. Quel giorno la Roma gioca la sua migliore partita in era Mourinho. Si trattava di valutare eventuali ferite dell’anima e dubbi nella testa, ma in questo lo Special esprime il suo massimo. Già dalla mossa geniale di raccogliere gli sconfitti in mezzo al campo e chiamare l’orgoglio di squadra sotto la Sud. Spazzato via anche l’eventuale, facile alibi di una trasferta micidiale in mezzo alla settimana e il ritorno all’alba di venerdì. La più positiva? Una prova di squadra tutta solidità ed equilibrio, come piace a Mourinho. La disponibilità al sacrificio dei tanti talenti che abbondano dalla cintola in su. L’ovvio Veretout, strepitoso ieri, ma anche Miki, Zaniolo e Abraham, sfortunato almeno quanto generoso. Il giorno in cui Mou saprà trovare le giuste sintonie e i giusti movimenti tra Pellegrini e Zaniolo, la Roma sarà una giovanissima cometa.

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