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Mourinho, la nuova fede

AS Roma via Getty Images

Novantasei minuti di incitamenti, e canti, e cori. Un accompagnamento impressionante e ininterrotto. Questo coinvolgimento della tifoseria mi ha fatto ripensare alle parole che Enrico Vanzina ha pronunciato mercoledì scorso. L’Olimpico ha infatti giocato la partita di (e per) Mou, prima che per la Roma: per la fede nuova dentro la fede di sempre. «Sono innamorato di lui fin dal primo momento» aveva detto il regista scrittore produttore. «Riesce a mettere il sentimento in tutte le forme di esternazione, in tutte le scelte. Mou riempie tutto di emozione, tant’è vero che la curva lo ama. Il calcio passa attraverso sentimenti che non hanno niente a che vedere con la razionalità dell’allenatore, il 4-4-2, il 4-3-3. Mourinho trasmette qualcosa di superiore».

Qualcosa di superiore che il tifoso romanista ha immediatamente recepito e assorbito, al punto che nel successo sull’Atalanta prevale l’aspetto emozionale su quello tecnico-tattico. Che comunque non è trascurabile.

Ieri Mou ha compiuto un’altra scelta radicale, nuovamente indicativa delle difficoltà incontrate sul mercato: ha puntato forte sul ventenne Zalewski accantonando tanto Viña (acquisto di cui non è responsabile) quanto Maitland-Niles, e il polacco gli ha dato ragione giocando con una personalità sorprendente nella frazione migliore della Roma, la prima. Anche l’arretramento di Mkhitaryan e la parziale rinuncia a Veretout e Sergio Oliveira sono state decisioni premiate. Semplice la lettura della partita: trovato il gol con la coppia anti-Gasp (Abraham-Zaniolo), la Roma ha lasciato l’iniziativa all’Atalanta, titolare insieme al Sassuolo del più bel calcio del campionato, e investito sulle ripartenze: ha creato di più, peraltro.

A quota 47 la Roma ha così raggiunto proprio l’Atalanta (che ha una gara in meno), battuta due volte su due, un risultato invidiabile, e nel confronto con il recente passato molto meno coinvolgente si ritrova avanti di una posizione (quinta contro sesta) e con soli 3 punti in meno.

Partendo proprio dalla straordinaria adesione del pubblico a un progetto del quale Mourinho è il punto centrale, i Friedkin dovrebbero alzare il livello dell’investimento tecnico.

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