ROMA - Il debutto è in due sintesi: la partita straripante di Zaniolo che sbaglia tre gol nei primi 24 minuti; la concretezza glaciale di Cristante che segna la rete decisiva e poi indica ai compagni come debba essere custodito un risultato. La Roma parte bene perché vince in trasferta, senza concedere nulla alla Salernitana, ma anche perché trasmette l’idea di ciò che potrà diventare: una squadra dal potenziale offensivo incontenibile. Ha ragione Mourinho a essere soddisfatto negli spogliatoi. L’unica cosa che gli ha dato davvero fastidio è stata l’anticamera nella postazione di Dazn, che infatti nella propria serata nera non ha potuto intervistarlo. Ma dei giocatori è molto contento.
A Salerno una Roma concreta
Non era scontato un esordio così dominante, al di là della scarsa efficienza realizzativa. «Ci terremo i gol per quando serviranno davvero» ha chiosato l’allenatore all’Arechi, sottolineando i meriti di un gruppo che ha portato a termine la missione senza neanche un attimo di esitazione. Certo, non sempre si può vincere 1-0. E le partite vanno chiuse in fretta, quando gli avversari ti offrono l’occasione per farlo. Ma è comprensibile, in una squadra che sta cercando una nuova fisionomia nei Quattro Meravigliosi, incontrare qualche ostacolo imprevisto.
I messaggi di Mourinho con i cambi
Ecco, semmai la vera sfida di Mourinho sarà valorizzare al massimo le risorse disponibili: Abraham ad esempio sembra ancora spaesato in questo sistema di gioco e non ha segnato neanche un gol in tutta l’estate. A Salerno è stato sostituito per primo, come non era mai successo in tutta la scorsa stagione. A questo proposito, occhio ai messaggi espliciti che arrivano dalla panchina: Mourinho ha fatto entrare Matic al posto di Abraham, poi Wijnaldum al posto di Zaniolo.
Mourinho aspetta Belotti
Due grandi rinforzi, due grandi giocatori, ma anche due centrocampisti. «Mi piacerebbe fare come il City o il Liverpool, sostituendo un attaccante di qualità con un altro, ma noi siamo in un’altra dimensione». Il senso è chiaro: Felix e Shomurodov non sono all’altezza della sua Roma, serve un ulteriore sforzo sul mercato. Andrea Belotti, un vecchio pallino di Mou, è in attesa della chiamata e ha già rifiutato il Galatasaray, accettando il rischio della disoccupazione temporanea. Ma prima Tiago Pinto deve liberargli il posto con un paio di cessioni: chissà se il Ferragosto, rasserenato dalla prima vittoria, porterà consiglio.