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Roma a immagine e somiglianza di Mourinho

La squadra fatica in attacco ma è solida in copertura. Smalling è il nuovo “The Wall”

Il viaggio in Liguria per il risultato perfetto (e per il quarto posto in solitudine): così vuole vincere Mourinho. Con un gol di scarto e preferibilmente senza prenderne. La Roma, insomma, a sua immagine e somiglianza. Come ieri sera a Marassi contro la Sampdoria. Come il 25 maggio scorso a Tirana contro il Feyenoord, quando ha alzato la coppa e portato la Conference nella Capitale. E all’Olimpico per eliminare il Leicester in semifinale.

Questa è la Roma che preferisce. Equilibrata, compatta e concreta. E’ andato a dama proprio nel pomeriggio in cui ha presentato un assetto spregiudicato: Abraham, Belotti, El Shaarawy, Pellegrini e Zalewki. La metà dei giocatori di movimento hanno caratteristiche offensive. Eppure è stata la fase difensiva a certificare questo settimo successo in campionato, il sesto ottenuto con una rete di scarto, il terzo per 1-0, dopo quelli contro la Salernitana in trasferta e la Cremonese in casa.

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Il muro Smalling

C’è riuscito puntando sul ministro della Difesa: Smalling. Fin qui Chris era stato decisivo più avanti che dietro, miglior marcatore, con 3 gol, dopo Dybala. A Genova l’inglese ha ancora avuto il peso del centravanti. Ma nell’area davanti a Rui Patricio. Ha dato tranquillità al portiere e ha guidato i suoi compagni di reparto Mancini e Ibanez. Stankovic ha usato tutti i suoi attaccanti. Da Caputo a Gabbiadini, da Pussetto a Quagliarella, da Djuricic al tiratore scelto Sabiri. Niente da fare, il muro di Greenwich ha tenuto, come del resto è accaduto spesso da quando c’è Mou a Trigoria. Elegante e robusto. Fisicamente padrone della situazione dall’alto dei suoi 194 centimetri e tosto nei suoi 90 chili. Straordinario. Chi gli sta vicino fa un figurone. Rui Patricio forse ha rinunciato anche alla doccia, gli altri due difesosi si sono mossi in souplesse. E a Josè, in panchina, torna in mente Samuel, ex giallorosso per lo scudetto del 2001 e protagonista del Triplate interista del 2010. L’argentino Walter detto The Wall, proprio come l’inglese Chris.

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Bene la difesa

In campionato si sblocca Pellegrini e trasforma il rigore decisivo. La Roma, dunque, fatica ancora davanti, ma piace a Mourinho dietro. Nella stagione scorsa, su 55 partite, furono addirittura 22 i clean sheet. Nessun gol subìto in 15 partite di serie A e in 7 di Conference League. Adesso, dopo Marassi, siamo a 5: 4 in campionato e 1 in coppa. Josè, a Genova, ha interrotto la sua serie peggiore da quando è sulla panchina giallorossa. Nelle 5 partite che hanno preceduto la sfida contro la Sampdoria, Rui Patricio ha sempre incassato almeno una rete. L’ultimo match di questo torneo senza prenderne, più di un mese e mezzo fa: il 30 agosto, contro il Monza all’Olimpico, la notte in cui la Roma è uscita dal campo con il risultato più largo (3-0, ripetuto, sempre in casa, ma in Europa League: contro l’Hjk). Zaniolo resta a digiuno. Pure Belotti, almeno in campionato, dove Abraham fa cilecca da 37 giorni (l’ultimo gol il 12 settembre a Empoli). L’attacco stenta: solo 13 gol in 10 partite. Ma la difesa, con questo Smalling unico, è da vertice: 9 reti subite. Come il Napoli leader che domenica sera si presenterà all’Olimpico.

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