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Contratto e riscatto, Smalling e Abraham pensano alla Roma

Una grande stagione per il difensore che dovrà attivare l’opzione per il rinnovo. Il centravanti invece deve uscire dal periodo negativo

ROMA - Magari, il rumore del mare li avrà aiutati a schiarirsi le idee. Pensieri e malinconie, voglia di riscatto e voglia di futuro, con il pensiero all’Inghilterra che si giocherà un posto tra le prime quattro del mondo contro la Francia. Ci sarebbero voluti essere, Chris Smalling e Tammy Abraham: il primo, però, aveva forse capito da un pezzo come sarebbe andata a finire, anche se negli ultimi mesi ci aveva fatto più di un pensierino, alla nazionale. Il secondo, invece, ha faticato tanto a capire e metabolizzare l’esclusione e a farne le spese è stata soprattutto la Roma: ha salutato, a giugno, un leader, ha ritrovato, a settembre, un ragazzo pieno di dubbi e insicurezze. Adesso, per i due inglesi è, però, arrivato il momento di mettere da parte il passato e concentrarsi sul presente e sul futuro. In una parola: sulla Roma

Qui Smalling

I pensieri del difensore centrale non riguardano il campo, ma il contratto. In questa stagione Smalling ha giocato 21 partite, segnando anche 3 gol e il suo rendimento è stato quasi sempre di altissimo livello. Qualche sbavatura c’è stata - vedi il gol di Osimhen con il Napoli -, ma nel complesso, a 33 anni, Smalling ha dimostrato di essere un giocatore forte (e non c’erano dubbi) e integro (e qui c’era qualche dubbio in più). Il suo contratto scade a giugno, se raggiungerà il 50% delle presenze complessive avrà il diritto a prolungarlo per un’altra stagione, allo stesso stipendio attuale, e sembra orientato ad esercitarlo. Altre opzioni, al momento, non sono d’attualità, né in Italia né all’estero, ma Smalling prenderà una decisione solo nelle prossime settimane. Perché l’opzione con la Roma è annuale e, come insegnano le vicende Dzeko e Mkhitaryan, a una certa età dodici mesi in più di contratto, e di ingaggio, possono fare la differenza. Ecco perché la società giallorossa a breve gli offrirà di allungare per un'altra stagione ancora (magari con ingaggio rivisto). Nota a margine: Smalling è molto riconoscente alla Roma, che lo ha aspettato nonostante i guai fisici, e questo potrebbe avere un peso. 
 

Qui Abraham

Non ha di questi pensieri Tammy Abraham. Nonostante in Inghilterra scrivano un giorno sì e l’altro pure dell’interesse dell’Aston Villa (vero) l’attaccante è concentrato solo sulla Roma. In vacanza si sta allenando. ma il problema non è fisico: Tammy sta bene e i numeri dei suoi allenamenti sono tutti ottimi. Il problema è nella testa: il nove inglese, negli ultimi mesi, è apparso lontano parente di quel giocatore che, un anno fa, in poco tempo aveva conquistato tutti i romanisti. Ha giocato 20 partite segnando 4 gol, uno in più di Smalling che, però, fa il difensore. Basta questo a raccontare il suo periodo? No. Ci sono le dichiarazioni di Mourinho, che prima lo ha difeso e poi lo ha pungolato. Ci sono i momenti all’Olimpico: prima applausi, poi mormorii, infine fischi. E ci sono le sue immagini: i sorrisi, i gesti al momento dell’inno che, col tempo, lasciano il passo a sguardi bassi e malinconici. Abraham, in poco tempo, ha avuto un’involuzione che forse neppure lui stesso aveva preso in considerazione. La società e Mourinho, però, nonostante tutto lo aspettano. Un po’ perché le alternative, finora, non sono state all’altezza e un po’ perché c’è la reale convinzione che Tammy possa essere ancora la soluzione. E non il problema.

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