Una vita per la Roma. Si è spento ieri all’età di 90 anni Vincenzo Malagò, storico dirigente sportivo, padre di Giovanni, presidente del Coni. Vincenzo era entrato giovanissimo nella società, quando il presidente era Renato Sacerdoti, tornato alla guida del club dopo la guerra. Nel 1954 Malagò era un giovanissimo imprenditore, non era ancora sposato con una bellissima signora cubana, nipote del ministro Campilli. Negli anni aveva costruito un impero con la Samocar, concessionaria di automobili di lusso, compresa la Ferrari, con la sede dietro via Veneto. Nella Roma ebbe il ruolo di consigliere, che ricoprì con varie presidenze, fino a diventare vice presidente con Giuseppe Ciarrapico. Lui, Scapigliati, un giovanissimo Franco Sensi e Franco Pesci, l’ex marito di Virna Lisi, erano soprannominati “i giovani turchi”. Formavano un nucleo critico della dirigenza, rappresentavano l’ala giovane movimentarista di quella Roma, che qualche anno dopo, nel 1964 conobbe l’onta della colletta del Sistina. Il 6 marzo del 1960, nel corso di una riunione rovente presso la sede sociale, i “giovani turchi”, contestarono duramente la gestione del presidente della sezione calcio, D’Arcangeli.
È morto Vincenzo Malagò, padre del presidente del Coni: aveva 90 anni
Dirigente Mondiale
Vincenzo Malagò è stato anche responsabile del Col romano di Italia 90. Era molto amico di Luca di Montezemolo e di Gianni Agnelli. Fino al 2015 andava ancora allo stadio, aveva i soliti posti in tribuna autorità, per un lungo periodo frequentava l’Olimpico con i figli Giovanni e Francesca. Durante la presidenza di Dino Viola aveva la delega all’organizzazione, era il responsabile dello stadio e della biglietteria, con il prezioso contributo di Gilberto Viti, storico dirigente della Roma del secondo scudetto. In quegli anni difendeva spesso la sua squadra del cuore, negli studi del Processo del Lunedì con vis polemica, ma nello stesso tempo con eleganza.
Ha pagato gli stipendi
Quando Giuseppe Ciarrapico diede la scalata alla società giallorossa, bruciando sul filo di lana Luciano Gaucci grazie ai buoni uffici con Giulio Andreotti, chiamò alla vice presidenza due dirigenti storici: Vincenzo Malagò, appunto, e Aldo Pasquali. La presidenza di Ciarrapico durò meno di due anni, Malagò gestì il delicato passaggio ai nuovi proprietari, Sensi e Mezzaroma. Fu un periodo drammatico per la società, i libri rischiarono di finire in tribunale, la squadra guidata da Vujadin Boskov tra mille difficoltà riuscì a conquistare la finale di Coppa Italia. Il 24 marzo 1993, dopo l’arresto di Giuseppe Ciarrapico e del suo vice, Mauro Leone, il consiglio d’amministrazione della società si riunì e all’unanimità si decise di affidare al vicepresidente Malagò la "rappresentanza legale compresi i poteri di firma per la gestione ordinaria". Vincenzo non si tirò indietro e alla fine pagò di tasca sua l’ultimo mese di stipendio ai giocatori. Di fatto salvando la Roma. Non se ne è mai fatto vanto. Aveva indisticutibilmente una notevole competenza tecnica, si confrontava sui calciatori con allenatori e direttori sportivi. Nel 1957 aveva solo 24 anni quando, da giovane dirigente, in procinto di partire per la luna di miele, fu inviato ad Alessandria a scoprire il talento di un ragazzino, Gianni Rivera. Malagò ha ricordato tante volte divertito che l’Abatino avrebbe potuto vestire la maglia giallorossa. Sempre in prima linea, un ruolo operativo nella Roma, sempre. Nel 1961 accompagnò Egidio Guarnacci a Bologna per affrontare una delicata operazione che avrebbe portato all’asportazione del menisco della gamba sinistra. A quei tempi per un’operazione al ginocchio si rischiava di smettere. Invece il capitano di quella Roma, fermo da otto mesi senza che nessuno riuscisse a stilare una diagnosi, riuscì a guarire e tornò in campo riuscendo ad essere protagonista ancora per diversi anni.
Nella Roma che conta
Il suo percorso dirigenziale nella Roma è durato quarant’anni. E’ uscito di scena quando alla presidenza approdò Franco Sensi, con il quale condivise i primi passi da dirigente. Quando entrò la società era una Polisportiva, a Vincenzo Malagò venne affidata la sezione Nuoto e Pallanuoto. Ma il calcio è sempre stato la grande passione della sua vita. Era molto presente, riusciva a ritagliarsi degli spazi dalla sua floridissima attività imprenditoriale. Nel giugno del 2001 era stato insignito Cavaliere del lavoro dal Presidente della Repubblica. Attraverso la vendita di automobili di lusso aveva tantissime conoscenze, frequentava la Roma che conta. Imprenditori e cardinali, sindaci e ministri. Se ne va un pezzo di Roma, della Roma. In serata la nota di cordoglio della società giallorossa.