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Grazie Roma, ma neppure Mou cancella la maledizione dei rigori

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Dopo una coppa Campioni persa nel 1984, lacrime infinite per una finale di Europa League che Pellegrini e compagni hanno provato in tutti i modi a portare a casa

Grazie, Roma. Perché seguirti e raccontarti in questa lunga, lunghissima, cavalcata europea è stato comunque bellissimo. Grazie, José Mourinho. Perché se la Roma e i romanisti hanno vissuto l’infinita soddisfazione di giocarsi due finali di fila in Europa è, soprattutto, grazie a te. Alla tua squadra, però, è mancato l’acuto finale. Una maledizione, quella dei rigori, che ha radici lontane a Roma. Di questi tempi, 39 anni fa, la squadra con lo scudetto sul petto perdeva in casa propria, ai rigori, una Coppa dei Campioni. Un dolore infinito, che non ha eguali nella storia giallorossa. Ma anche quello di stasera a Budapest è forte. Fortissimo. Perché neppure un vincente come José Mourinho è riuscito a cancellare una maledizione così grande. Non aveva mai perso una finale, ha scoperto l’effetto che fa “tradito” da un suo fedelissimo come Gianluca Mancini, che prima fa autogol e poi sbaglia il rigore. Ma come si fa a parlare di tradimento quando proprio Mancini è l’emblema di una Roma che ha dato tutto quello che aveva? Oggi, a Budapest, dove ogni romanista avrebbe voglia di abbracciarlo, Gianluca. Ma anche a Leverkusen, a Helsinki, a Rotterdam, a San Sebastian e a Salisburgo. In casa del Ludogorets così come all’Olimpico. Già, l’Olimpico. C’erano 55mila persone stasera a Roma, quasi 30mila qui a Budapest.

Roma, c'è sempre un'altra stagione

Nessuno dormirà, poco ma sicuro. Ma domani si riparte, la speranza è che avvenga con José Mourinho in panchina. Perché è vero che neppure lui è riuscito a spezzare la maledizione dei rigori romanista, ma è vero anche che se c’è un uomo, oggi o domani, che può riuscirci è solo lui. In fondo, come si disse e si scrisse nel 2008, citando Nick Hornby, quando la Roma venne eliminata dall’Arsenal in casa sempre ai rigori, in Champions, “c’è sempre un’altra stagione”. 

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