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Roma, stregati dalla LuPa

Il commento del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio

ROMA - Sì, non era il miglior Empoli, zero punti, zero gol fatti e cinque subiti nelle prime tre giornate. Ora sono dodici. Certo, il rigore realizzato da Dybala al secondo minuto è stato un grosso regalo della difesa toscana e del cielo. E il raddoppio arrivato dopo altri 6 ha consentito alla squadra di Mourinho - che ad ogni rete abbracciava Foti - di controllare la partita. Indubbiamente a Mou è andato tutto nel verso giusto, questa volta: non ha trovato ostacoli nella discesa verso i tre punti ma, al di là delle tante positività riscontrate, qualcosa di molto diverso e incoraggiante in campo s’è visto.

S’è notato per la prima volta il potenziale della Lu.Pa (Lukaku e Paulo), acronimo azzeccatissimo visto il contesto, coniato da altri. E, con la Lu.Pa, abbiamo ritrovato Renato Sanches, N’Dicka, Paredes, Spinazzola e anche un Kristensen potabile, ovvero i giocatori che, secondo i piani, dovrebbero costituire l’ossatura della Roma, ovvero le principali risorse tecniche insieme a Cristante, Pellegrini, Mancini, Smalling, Aouar, Zalewski, Azmoun, El Shaarawy, Llorente, Bove.

Dopo quasi due anni di attesa e frustrazioni ben distribuite, Mourinho ha il centravanti che desiderava, uno specialista alla Dzeko, potente e capace di giocare spalle alla porta, proteggere il pallone, allungare la squadra, creare spazi insospettabili, consentire ai compagni di salire e andare in doppia cifra.

Del resto Lukaku è da anni manna dal cielo per molti allenatori. Non a caso abbiamo vissuto un’estate all’insegna del “cercasi Romelu disperatamente”. Ci ha provato per prima l’Inter che poi - assorbita una serie di delusioni spacciate per tradimenti - l’ha risolta con Thuram, un avvio brillantissimo il suo. Ha insistito per mesi la Juve che non è riuscita a vendere Vlahovic e adesso si gode le prodezze del serbo.

A pochi giorni dalla chiusura del mercato Big Rom ha trovato casa alla Roma, per la felicità di un popolo che l’ha immediatamente adottato sulla fiducia e ha tollerato un inizio infelice proprio coltivando il pensiero della coppia di fantasia e potenza. La Lu.Pa, appunto.

PS. Lo ammetto: fatta eccezione per il Gre.No.Li, gli acronimi non mi sono mai piaciuti, ma questo - nonostante la piccola forzatura del cognome di uno e il nome dell’altro - ci è sembrato talmente centrato da spingerci all’adozione. Per anni ci siamo sorbiti quello di Cagliari-Atalanta e posso garantire che non è stato bello.

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