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Mourinho contro tutti: cosa rischia adesso

Alla vigilia della partita col Sassuolo l’allenatore della Roma attacca Marcenaro e Berardi. L’Aia replica: «Inaccettabile». La procura federale apre subito un fascicolo

Il fronte si allarga, gli attacchi si moltiplicano: dopo aver picchiato duro contro i suoi giocatori per l’avvilente pareggio di Ginevra, José Mourinho colpisce con una manovra preventiva l’arbitro di Sassuolo-Roma, il genovese Matteo Marcenaro, e l’avversario più temibile, Domenico Berardi. La procura federale si è già attivata: aveva “condonato” a Mourinho le dichiarazioni piuttosto pesanti contro Maresca, l’arbitro di Inter-Roma, ma stavolta ha aperto immediatamente un fascicolo. C’è aria di deferimento, stavolta, e quindi il vento di una nuova squalifica dopo quella di due giornate rimediata il 3 maggio per le accuse all’arbitro Chiffi.

Mourinho senza freni

Quella sera, a Monza, il quarto uomo era proprio Marcenaro. Lo stesso che la settimana scorsa aveva segnalato al direttore di gara gli insulti di Salvatore Foti, vice di Mourinho, poi sospeso per due giornate. E che lo scorso ottobre, a Cagliari, convinse Chiffi ad ammonire lo stesso Mourinho per le intemperanze. Mai Marcenaro, classe ‘91 e futuro internazionale, ha arbitrato da primo una partita della Roma. Ma la sua investitura ha spinto Mourinho a convocare la conferenza stampa, che di solito non ha luogo a Trigoria quando il calendario è riempito dagli impegni infrasettimanali. Ecco le sue parole: «Il Sassuolo mi preoccupa perché è una buona squadra. Ma anche per l’arbitro: sono onesto, ho la sensazione che non abbia la stabilità emozionale per una gara di questo livello. Siamo a tre punti dal quarto posto ed è una partita super importante per noi. Il profilo dell’arbitro non mi lascia tranquillo così come il Var. È un arbitro con il quale abbiamo sempre avuto sfortuna». Il Var sarà Marco Di Bello, brindisino, criticato spesso da Mourinho, in particolare in occasione di un Napoli-Roma giocato due stagioni fa. Di Bello per la verità con la Roma ha una tradizione favorevole, almeno da primo arbitro: 14 vittorie, 6 pareggi e 7 sconfitte.

Mourinho, la reazione di Pacifici

Ma l’affermazione più scivolosa, secondo quando filtra dalla procura, è arrivata in un altro momento della conferenza, con il tono di una battuta acida più che con la reale convinzione di un pericolo: «Finirà che Mancini (diffidato, ndr) prenderà un’ammonizione dopo 10 minuti contro Berardi e salterà la Fiorentina...». Ecco, qui si apre il secondo acquazzone di accuse: «L’altra questione che mi preoccupa, quando affronto il Sassuolo, riguarda Berardi. Lui è un giocatore fantastico, lo amo. Ma lo odio anche, per come si comporta: dovrebbe avere rispetto per gli avversari e per il gioco (lo scorso anno causò l’espulsione di Kumbulla, ndr). E’ troppo quello che fa: prende in giro, prende i falli, i rigori inesistenti, i gialli, i doppi gialli... Se fosse un mio calciatore avrebbe dei problemi con me». Queste frasi ovviamente non sono piaciute al Sassuolo e al diretto interessato. C’è da attendersi una replica a margine della partita. Intanto a rispondere su Marcenaro è stato il presidente dell’Aia, Carlo Pacifici: «Leggo con stupore e preoccupazione certe dichiarazioni che ritengo pretestuose, gratuite e inaccettabili. Se qualcuno pensa di fare tattica o pretattica mettendo pressione psicologica sugli arbitri prima di una gara è assolutamente fuori strada».

Mourinho sulla rosa e sul mercato

Il tema principale ha ovviamente spostato l’attenzione dalle tematiche di attualità tecnica e progettuale della squadra. Ma sulla qualità dell’organico, Mourinho ha espresso concetti interessanti: «Ribadisco che a Ginevra c’è stata superficialità. Ho detto alla squadra, con grande serenità, che dobbiamo uscire dalla comfort zone se vogliamo migliorare. Non possiamo accontentarci. In questo gruppo ci sono 3-4-5 giocatori con una certa mentalità. Se vogliamo lottare per il quarto-quinto posto, dobbiamo far valere il nostro potenziale. A rosa completa, però». A gennaio non sarà possibile, tra gli infortuni e la partenza di N’Dicka per la Coppa d’Africa. Sentite qua: «Quando abbiamo preso N’Dicka, il direttore Tiago Pinto è stato bravo: mi ha detto che sarebbe venuto per stare in panchina e crescere con me. Invece gioca tutte le partite. Conosco le nostre difficoltà, ma se nel mercato di gennaio si apre una finestrina io sono pronto a parlarne: in difesa abbiamo dei problemi».

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