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Ranieri, in un mese ha capito tutto della Roma: cosa vuole fare

Leggi il commento sulla rifondazione giallorossa che il club porterà avanti in vista della prossima stagione

Non tutti i mali vengono per nuocere, giusto? La sconfitta di Como, comprensibilmente ritenuta inaccettabile dalla proprietà, ha provocato un effetto destabilizzante, dettando l’agenda della rivoluzione. Per assurdo, è stata fondamentale per i primi interventi di restauro. Claudio Ranieri si è calato con grande naturalezza nella parte che gli impone di tagliare i giocatori inadeguati a un progetto vincente e di individuare in fretta i sostituti più idonei. La nuova Roma, quella del 2025/26, si costruisce già adesso con una società coraggiosa, a prescindere dall’allenatore che verrà.
Non è il tempo della diplomazia quando hai perso 8 partite di campionato e in trasferta hai raccolto appena 4 punti. La svolta è talmente urgente da richiedere una fermezza programmatica che una figura come Ranieri, stimolante frontman della famiglia Friedkin, può garantire ai tifosi, tornati in massa a incitare la squadra. E per accentuare i toni di alcuni messaggi abbastanza chiari, tipo la scelta di non effettuare sostituzioni contro il Parma che mirava a premiare i titolari e a ridimensionare le riserve, Ranieri ha voluto ieri essere ancora più preciso e definitivo: Hummels, Paredes e Dybala, scheletro insostituibile della formazione dalla difesa all’attacco passando per la regia, non si toccano al di là delle scadenze dei contratti; Saelemaekers è in prestito dal Milan ma sarebbe un rinforzo prezioso anche dopodomani; Pellegrini invece, per stipendio e involuzione, è un capitano in bilico tra le offerte del mercato e i malumori interni.
Pellegrini come altri, si intende. Perché proprio a Como, Ranieri ha completato il monitoraggio della rosa concedendo una chance a Le Fée, acquisto sempre più incomprensibile nel rapporto qualità/prezzo, e a Hermoso, evidentemente poco avvezzo al calcio italiano dopo i brillanti trascorsi all’Atletico Madrid. Allora occhio, perché gennaio può diventare un mese di navigazione turbolenta, con il periscopio puntato sulla prossima stagione: è una finestra da sfruttare, grazie alla disponibilità dei Friedkin, per anticipare almeno in parte le mosse della sessione estiva. Nella Roma non c’è da correggere, c’è da rifondare. A Ranieri è bastato un mese a Trigoria per capirlo. E per comunicarlo.

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