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Gasperini alla Roma: a che punto è la trattativa, quante possibilità ci sono

I Friedkin lo hanno individuato come possibile erede di Ranieri in panchina: Ghisolfi potrebbe proporgli un contratto triennale 

Questo non è uno spiffero di vento, è una libecciata che irrompe nella stanza dei bottoni. Houston, abbiamo un candidato: Gian Piero Gasperini apre fragorosamente alla Roma, che lo ha individuato come custode ideale della panchina del futuro. Arrivato in mattinata al Coni per ritirare il Premio Enzo Bearzot, accolto da una calda giornata primaverile che sembrava volesse istigarlo a restare, l’allenatore dell’Atalanta ha sorriso davanti alle domande dei cronisti che puntavano decise in una sola direzione: «Alla Roma c’è già un grande allenatore che è Ranieri» ha detto in un primo momento. Parlando a Raisport però ha aggiunto parole d’amore nel confermare l’interessamento di Dan Friedkin: «Sarebbe un motivo d’orgoglio. La Roma è come la Nazionale, piace a tutti. Chi non vorrebbe allenarla? E’ una grande piazza, con un pubblico eccezionale. Ma la stagione non è finita, da qui a due mesi possono succedere tante cose che in questo momento nessuno può prevedere. E io debbo pensare all’Atalanta, che ha ancora tanta strada da fare». 

Roma, i Friedkin vogliono Gasperini 

Onestamente nessuno si sarebbe aspettato un gradimento così palese a 9 giornate dalla fine del campionato. Ma le frasi pubbliche non raccontano tutto quello che sta succedendo nel triangolo Trigoria-Bergamo-Stati Uniti. La Roma ha contattato Gasperini su input del padrone, rimasto ammaliato dall’Atalanta che ha vinto l’Europa League tenendo i conti in ordine. L’offerta è, come da tradizione dei Friedkin, su base triennale. E fin qui ci siamo. Gasperini, che si è già confrontato con Ranieri e Ghisolfi entrando anche nel dettaglio delle sfide tecniche e finanziarie del club, non ha detto no alla Roma. Tutto vero. Ma non c’è un accordo fatto. Gasperini è lusingato dell’interessamento, ha apprezzato il programma che gli è stato sottoposto ma si è riservato di prendere una decisione con calma. Intanto vuole confrontarsi con l’Atalanta, dopo aver annunciato l’intenzione di non rinnovare il contratto fino al 2026, e poi magari valutare altre proposte: Juventus, Napoli, Milan sono società che non sono sicure di continuare con lo stesso allenatore nella prossima stagione. Non significa, eventualmente, che Gasperini le consideri tutte più appetibili della Roma. Significa semmai voler ascoltare, anche solo per curiosità, quante pretendenti possa radunare l’allenatore che ha stravolto le gerarchie del calcio italiano. 

Gradimento Gasperini 

Gasperini sa benissimo che non troverebbe un uditorio felice di abbracciarlo a priori. Perché tanti tifosi ricordano alcune interviste nelle quali aveva punzecchiato la Roma, peraltro già studiata e rifiutata sei anni fa nell’ultima estate di Pallotta presidente. Lo scorso anno, quando nacque una polemica per il recupero di Udinese-Roma sospesa per il malore di N’Dicka, Gasperini criticò la scelta di fermare la partita «per un codice giallo». Ma l’elemento ambientale non è decisivo in questa storia, come non lo è il fattore economico. Gasperini punta a lavorare in un club ambizioso che gli lasci libertà e tempo per imprimere il suo marchio. Come è successo con l’Atalanta, che nel primo campionato lo difese dopo un ciclo di sconfitte che ne aveva fatto traballare la panchina. Non è spaventato dal pensiero dell’Inter, unica sua avventura metropolitana, che lo cacciò rapidamente nel 2011. Però per lasciare l’Atalanta, che metaforicamente paragonò a una moglie quando decise di declinare l’offerta del Napoli un anno fa, pretende un piano che ne valorizzi le competenze e le caratteristiche. A 67 anni cambierà “amore” solo per un’occasione imperdibile che possa elevarne ulteriormente il rango di professionista. La Roma è una buona idea ma non l’unica. 

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