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Ranieri, la verità in faccia

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Ranieri, la verità in faccia BARTOLETTI
Leggi il commento sulle parole del tecnico giallorosso

Il nodo è l’educazione dei figli. Un tempo era apparentemente più semplice, la stella polare era la proverbiale mazza e panella. Poi, sono arrivati i tempi del dialogo intergenerazionale, delle prove di autonomia e di responsabilità, ma anche del permissivismo a oltranza. Ecco, spesso con i tifosi è come con i figli. Chissà perché in Italia sono considerati una razza protetta, da tutelare. La realtà va sempre edulcorata per non provocare delusioni che potrebbero indurre ad allontanarsi dalla liturgia del calcio. Come se il tifoso non sapesse che la sua è fondamentalmente una vita di sofferenze. Di attese. Di speranze spesso disattese. La delusione è un pilastro della vita del tifoso. Un po’ come un tempo era quella del giocatore di cavalli. Ormai si gioca a qualsiasi cosa e quindi il discorso è diverso. 

Tutto questo per dire che ieri Claudio Ranieri ha preso le distanze da un filone molto accreditato nell’educazione contemporanea e ha preferito che i suoi figli calcistici, i tifosi della Roma, guardassero in faccia la realtà. Meglio mostrare la realtà per quella che è, invece di dipingere una facciata più affascinante ma virtuale. In conferenza stampa la secchiata d’acqua ha preso la forma della seguente dichiarazione a proposito della qualificazione Champions: 

«Lei scommetterebbe un euro sulla Champions League della Roma. Lo vuole perdere? Siamo onesti. Se raggiungiamo la Champions League è perché le altre sbragano e noi facciamo un capolavoro. Non è possibile, siamo seri con i nostri tifosi. Io ho sempre detto: diamo il massimo e alla fine vedremo quello che potremo fare. Lo stanno facendo, il massimo. La squadra ha fatto una ripresa incredibile per tutto quello che gli è successo. E non mi voglio prendere i meriti io. Ma proprio per quello che gli è successo, loro hanno dato un surplus. Ecco, allora teniamoci stretti questi ragazzi che stanno lottando con tutta la loro passione e voglia di far bene per la Roma». 

E in giro si fa fatica a trovare qualcuno che lo critichi. Perché il tifoso non è affatto stupido. Apprezza la sincerità e soprattutto l’onestà intellettuale. Poi, ovviamente, la componente del sogno non intende negarsela. Altrimenti non sarebbe tifoso. Ma non può non essere orgoglioso di avere come un allenatore una persona cui non piace vendere fumo. E Claudio Ranieri tutto è tranne che un venditore di fumo. In poche parole ha riassunto perfettamente la stagione dei giallorossi. Lui che li ha tirati fuori da una scarpata pericolosissima. Perché se i Friedkin non fossero tornati sui propri passi, la stagione sarebbe potuta finire anche malissimo. Lui che con la Roma è ancora in testa alla classifica del girone di ritorno con un punto di vantaggio sull’Inter capolista (31 a 30) e che è riuscito nella titanica impresa di far vedere e persino sfiorare con la mano la qualificazione in Champions. In pochissimi mesi. Senza proclami. Solo con il lavoro e ovviamente con l’intelligenza calcistica. 

Nel frattempo, però, ha perso anche Dybala e un uomo della sua esperienza, che mastica calcio da sempre, conosce bene lo sforzo prodotto dai suoi calciatori in questi mesi. Ha tirato la Roma fuori dalle sabbie mobili, ha fatto sognare i suoi tifosi e sta lavorando al futuro dei giallorossi. Questo è Claudio Ranieri. Una colonna. Non un raccontatore di favole.  

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