Novanta minuti, poi si chiuderà la carriera da allenatore di Claudio Ranieri. Ancora una partita per scrivere l’ultima pagina di una storia da leggenda, per regalare ancora una volta un’impresa al mondo del calcio, e nello specifico alla sua Roma. Lui, romano e romanista, che dal rione San Saba è diventato “Sir” oltremanica, dove con il Leicester ha scritto una delle pagine più incredibili e irripetibili di questo sport. 74 anni da compiere a ottobre, dopo aver messo in “stand by” il ritiro annunciato la passata stagione per aiutare la sua Roma, domani Ranieri siederà per la 1.423^ volta sulla panchina prima di chiudere, stavolta definitivamente. Dopo 35 anni di Serie A. Non sarà un addio totale al calcio, però, visto che poi proseguirà in un ruolo da “consigliere” proprio con i giallorossi, una sorta di garante per supportare quello che sarà il nuovo corso tecnico.
Ranieri, da calciatore alle prime panchine
Claudio gioca a calcio fin da bambino e a 16 anni viene notato dagli osservatori di Helenio Herrera, tecnico della Roma. Viene aggregato alla prima squadra nel ‘72/’73, ma l’esordio arriverà solo la stagione successiva con Manlio Scopigno in panchina. Nei capitoli non trova molto spazio e passa al Catanzaro, dove diventerà il calciatore con più presenze in A. Nella sua carriera c’è anche una parentesi a Catania con la promozione in A, ma chiuderà senza trofei la sua avventura da giocatore. Ma nel suo futuro c’è la panchina, dove, lì sì, scriverà pagine indelebili. L’avventura di Ranieri in panchina comincia nel 1986, dal basso, prima nel Vigor Lamezia, in Calabria, e poi nel Campania Puteolana. Fin dalle prime esperienze dimostra l’umiltà e l’intelligenza che lo renderanno un gigante del calcio.
II primo capolavoro a Cagliari
Dopo queste esperienze, la prima impresa arriva a Cagliari: arrivato in Sardegna nel 1988, in due anni passa dalla Serie C alla Serie A, conquistando la salvezza al terzo anno. Nel 1991 viene ingaggiato dal Napoli, alle prese con la gestione del post Maradona, ma i primi risultati importanti in Serie A arriveranno con la Fiorentina. Dopo aver riportato i Viola nel massimo campionato, nel ‘74/’75 vive la miglior stagione della sua esperienza toscana con il quarto posto e una Coppa Italia vinta, oltre alla successiva Supercoppa Italiana.
Inizia l’avventura all’estero: i grandi traguardi col Valencia
Ma Ranieri non si è limitato a lavorare entro i confini nostrani. Il tecnico romano, infatti, si è fatto conoscere anche all’estero, girando diverse panchine. Un viaggio lungo, iniziato dal Valencia nel settembre del 1997. Porta la squadra dall’ultimo al nono posto, ma verrà ricordato soprattutto per quanto vincerà negli anni successivi: al secondo anno vincerà la Coppa Intertoto, ma a legarlo agli spagnoli sarà soprattutto la Coppa del Re vinta nel 1999. Seguiranno una breve parentesi all’Atletico Madrid e poi il trasferimento a Londra, dove assume la guida del Chelsea. Sono anni travagliati per i Blues, in cui Ranieri riesce comunque a dare equilibrio e una nuova identità alla squadra arrivando in finale di Coppa d’Inghilterra, persa contro l’Arsenal, e in semifinale di Champions League nel 2004, anno in cui viene esonerato dalla nuova proprietà di Roman Abramovich. Tornato a Valencia, inizia la stagione vincendo la Supercoppa Europea, ma verrà esonerato dopo sei mesi.
Il ritorno in Italia, tra Juventus e la prima volta a Roma
Torna in Italia a febbraio 2007 guidando il Parma a una salvezza che sembrava compromessa. Poi, la chiamata della Juventus, appena tornata in A dopo Calciopoli. Una stagione da alti e bassi, che lo vede passare dal secondo al terzo posto dopo un calo nel finale che gli vale l’esonero. Nel 2009 torna nella sua città, Roma. Anche qui i risultati sono molto importanti, tanto da portare i giallorossi a sfiorare lo scudetto del ‘09/’10, vinto dall’Inter del Triplete.
Ranieri nella storia: il miracolo Leicester
Seguiranno le parentesi proprio all’Inter, poi al Monaco (dove ottiene la promozione in Ligue 1) e sulla panchina della nazionale greca. Ma è con il ritorno in Inghilterra, al Leicester, che compie l’impresa che lo consegna alla storia. Arriva nell’estate del 2015 nello scetticismo generale, con l’unico obiettivo di confermare una salvezza conquistata dalle Foxes nella stagione precedente, da squadra neopromossa. Eppure, i risultati arrivano e il Leicester si ritrova primo dopo tredici giornate: Kanté è il motorino instancabile a centrocampo, Mahrez il tocco di fantasia e classe, Vardy l’anima e il trascinatore a forza di gol (24, mentre saranno 17 quelli di Mahrez). La favola diventa sempre più realtà, e a fine stagione sarà un vero e proprio trionfo: non solo arriva la vittoria della Premier League, ma lo fa con un distacco in doppia cifra sull’Arsenal. Sempre con il suo inconfondibile stile, l’umiltà e la capacità di costruire un legame indissolubile con i giocatori. Ranieri entra nel cuore dei tifosi del Leicester e da allora viene soprannominato “Sir”. E, in fondo, a rendere il tutto più romantico è il fatto che il suo ritiro dalla panchina arrivi nelle stesse settimane in cui Vardy ha annunciato l’addio al Leicester dopo 13 anni.
Il Cagliari “bis”, fino alla Roma
Dopo l’esonero nella stagione successiva, riprende il girovagare di Ranieri, sia all’estero che in Italia (Sampdoria e di nuovo Roma). Ma la magia di Leicester non si ripete. Per ritrovarla servirà il ritorno a Cagliari, lì dove si era consumata la prima impresa. Nel ‘22/’23 riporta i sardi in A, ma i risultati della stagione successiva scarseggiano. Ranieri rassegna le dimissioni, ma la società e i giocatori lo convincono a restare. È il “clic” emotivo che dà la scossa al Cagliari, capace di risalire fino a conquistare una strepitosa salvezza. Sembra questa l’ultima missione portata a termine da Ranieri, un cerchio che si chiude lì dove tutto era partito. Ma il ritiro dura solo pochi mesi. Nella Roma, infatti, c’è molta confusione, il cambio in panchina con l’arrivo di Juric al posto di De Rossi non porta risultati e, anzi, la squadra crolla in zona retrocessione. Non ci sono dubbi, per ridare un’anima alla squadra, prima ancora dei risultati, serve un solo uomo: Claudio Ranieri. Che accetta, dando vita alla straordinaria cavalcata a cui abbiamo assistito in questa stagione, e che non è ancora conclusa. Domani sera, a Torino, sarà sfida ai granata per tentare l’assalto al quarto posto della Juventus. 35 anni di panchine in Serie A, una miriade di ricordi e di grande imprese, un ultimo traguardo da provare a raggiungere, sapendo che, comunque andrà, sarà un successo.