E adesso la Roma che fa? È quello che si chiedono i tifosi. I romanisti vogliono sapere, l'attesa è alle stelle, basti pensare che nelle ultime quattro settimane le ricerche su Google sul nuovo allenatore hanno registrato un'impennata del 200% per almeno 8 volte. E il nome di Cesc Fabregas ieri, nell'area metropolitana di Roma e nel Lazio, ha subìto una crescita del 300%. Questo perché in mattinata si è sparsa la voce, confermata da più parti, che la società giallorossa stava facendo sul serio per il tecnico spagnolo del Como. Ma come stanno davvero le cose?
Fabregas il preferito della Roma
Il discorso è da una parte molto semplice, dall'altra assai complicato. Perché è vero che Fabregas è il nome in pole sia per Ranieri (e Ghisolfi) sia per i Friedkin. Ma è altrettanto vero che il Como, ad ora, non ha intenzione di liberarlo. In particolare, è il presidente Mirwan Suwarso a non voler perdere Fabregas, considerato la punta di diamante di tutto il progetto. La Roma ha fatto due tentativi ravvicinati nelle ultime ore, sia venerdì sia sabato, ma il Como ha fatto muro. Trattare con la proprietà indonesiana del club non è facile (i fratelli Hartono sono tra le persone più ricche del mondo e secondo Forbes hanno un patrimonio complessivo di oltre 50 miliardi grazie ai loro investimenti in settori quali sigarette, e-commerce, elettronica e immobili di prestigio), ma la sensazione è che non si tratti di una questione economica. Il centro del discorso riguarda il progetto: Fabregas aveva parlato con il Lipsia e, soprattutto, il Bayer Leverkusen; in Italia piaceva (e piace tuttora) al Napoli, c'è chi dice che anche le milanesi lo abbiano studiato con attenzione. La concorrenza, in sintesi, c'è ed è tanta, ma la Roma sarebbe pronta ad affidargli un piano triennale importante, concreto e dagli ampi margini di sviluppo. Perché i Friedkin continuano a lavorare in silenzio ma seriamente per il bene della Roma, che era e resta una priorità del loro business.
Pista Gasperini
Fabregas ha ascoltato e apprezzato. Ma la fumata bianca ancora non c'è. E non è detto arrivi: a Como sono convinti che Cesc rispetterà la parola data e resterà almeno un'altra stagione. Quindi, nel caso, si tornerebbe alla domanda iniziale: e adesso la Roma che fa? Il piano B, ammesso che si possa definire così visto il nome in questione, è quello di Gasperini. La piazza non impazzisce di gioia all'idea (mentre sul nome di Fabregas c'è decisamente più consenso), ma per Ranieri ci sarebbero tutte le premesse per trasformare lo scetticismo iniziale in amore. Al momento non c'è certezza sull'addio del tecnico all'Atalanta: sta parlando con il club, l'idea di giocare di nuovo la Champions appena conquistata lo stimola e quindi sono ore di riflessione. Anche perché, e questo è un aspetto da non sottovalutare, fino a ieri pochi allenatori si sono sbilanciati sul futuro. È come se - e questo lo confermano vari operatori di mercato - si aspettasse la mossa del primo (Conte?) per capire se ci sarà o meno l'effetto domino. Altre varie ed eventuali: ieri era il terzo anniversario della Conference vinta a Tirana, sotto al post di José Mourinho ci sono migliaia di commenti di tifosi che lo rivorrebbero. Escluso, così come il ritorno di De Rossi, ancora sotto contratto, auspicato da una parte della tifoseria. Il nome straniero sta perdendo quota, perché la Roma pare intenzionata a scegliere un tecnico che conosca la Serie A e l'indiscrezione Vanoli, ieri avversario con il Toro, è una fake news. L'ennesima di queste folli settimane.