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Venditti: “Roma, la garanzia è Ranieri”

Alla partenza del tour “Notte prima degli esami 40th anniversary - 2025 edition”: “Mi fido di Claudio”

È partito stasera dalla sua Roma il tour "Notte prima degli esami 40th anniversary - 2025 edition". Tutte e tre le date di Antonello Venditti sono già sold out da tempo. Ha l’entusiasmo per cominciare bene questa nuova avventura che si concluderà ancora a Roma il 21 dicembre. Non è solo il compleanno di “Notte prima degli esami”, ma proprio oggi è stato anche l’anniversario del terzo scudetto giallorosso, quello che Antonello ha celebrato con un concerto da un milione di persone al Circo Massimo.

Venditti non ha dubbi: "Mi fido di Ranieri"

Farà in tempo a regalare ai tifosi un’altra festa come quella? «Non lo so, non voglio regalare titoloni. So tutto, sapevo tutto. La garanzia è Ranieri. La mia avventura di segretezza, di complicità, è cominciata su questo palco il 21 luglio dello scorso anno. Quella sera avevo previsto tutto e glielo dissi in questo camerino. Mi fido di lui».

La proposta per cambiare la musica italiana

Lo distolgono dalla Roma e allora torna a parlare del concerto, di una legge che ha presentato con il suo avvocato Luca Pardo al ministero della Cultura per cambiare la musica italiana, per riconoscerla come elemento culturale nella Costituzione e per portarla dappertutto, anche nei luoghi più disagiati. La proposta è all’esame tecnico, Antonello ci tiene molto. «Nelle mie canzoni ci sono tanti messaggi contro la guerra, questo non è un concerto estivo, qui si pensa, è un concertone che si arricchisce e si completa. Ho scritto canzoni molto potenti».Ha cambiato qualcosa, anche se le sue evergreen hanno fatto commuovere i fan di Caracalla: «Lo scorso anno ho raccontato molto, adesso cercherò di essere più sintetico». La sua musica non tramonta mai. Con le rovine di Caracalla illuminate da colori mozzafiato ha strappato i primi applausi, cominciando al pianoforte “Bomba o non bomba”, “Sotto il segno dei pesci” e “Giulia”. I musicisti lo hanno accompagnato in questo percorso di musica e poesia. «Io appartengo a quella tradizione di cantautori, un gruppo molto unito, che voleva cambiare la musica popolare italiana. Adesso speriamo di cambiare le leggi. Non dimentichiamo che durante il Covid la musica ha tenuto unita l’Italia».

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