In ordine volutamente alfabetico: Berardi, Calvo, Costanzo, De Rossi, De Sanctis, Fienga, Fonseca, Ghisolfi, Gombar, Juric, Krauss, Mourinho, Pietrafesa, Pinto, Qaddourah (per tutti Juma), Rabuano, Ruocco, Scalera, Souloukou, Van den Doel, Vergine, Vitali, Wendell e Zubiria. Se ho dimenticato qualcuno vi prego di segnalarlo a segreteria@corsport.it.
Sono i professionisti segati - fra Trigoria e l’Eur, di solito il martedì - dai Friedkin in meno di cinque anni, le teste e le testine tagliate per arrivare fatalmente alla coppia Ranieri-Gasperini, 140 anni in due e tanta competenza, esperienze diffuse, e grinta, scaltrezza, conoscenze, lucidità, profitti e successi garantiti al club.
Della lista fanno parte Mourinho the best, De Rossi e Fienga: mi auguro che non si offendano, se lo facessero ad ogni modo li capirei.
Non so quanto siano costati a “Sterminator” Dan e Ryan i tanti tentativi falliti e in fondo mi frega il giusto, visto che i milioni bruciati non erano i miei. Penso tuttavia che la Romamericana, due eurofinali e una coppa sempre e solo con JM, sia approdata con fatica alla sintesi definitiva e che possa sviluppare un progetto serio fidandosi di due vecchie volpi che conoscono il nostro calcio come pochi altri e per di più non sono il prodotto delle indicazioni algoritmiche di qualche head hunter.
Vedendo uno di fianco all’altro Claudio e Gian Piero ho provato un certo piacere. Nei loro occhi e nelle parole che hanno pronunciato c’era e c’è tutto ciò che in questi anni è mancato alla Roma e all’intero movimento: sostanza e un linguaggio e dinamiche di calcio comprensibili.
L’allenatore in pensione e quello in missione si compensano, integrano: Gian Piero ha un carattere che è l’opposto di quello di Claudio il quale ha peraltro ammesso di averlo trovato antipatico. In passato, naturalmente. Gian Piero è fin troppo schietto e diretto (suggerisco all’abilissimo new ceo Jason Morrow di acquistare altre sedie e altri tavoli), Claudio è furbo e malizioso, ne ha viste tante ed è capace di farti credere con il sorriso che la terra è piatta. Gli abbiamo perdonato anche la bugia dell’anno: «Gasperini non sarà l’allenatore della Roma». Sapeva benissimo, Claudio, che alla fine ci saremmo passati sopra.
Alla Roma lui ha portato la normalità. Preziosissima: oggi la normalità è la nuovo genialità.
PS. Mi resta la curiosità di sapere come abbia fatto Maurizio Lombardo a sopravvivere a uno sterminio del genere: dev’essere proprio bravo.