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Angelino, arriva la frenata: sirene arabe per N'Dicka. La strategia della Roma

L’esterno non è stato convinto dalle offerte che sono arrivate. Abraham-Zenit, pista in salita

Quelle foto pubblicate ieri sul proprio profilo social sono probabilmente un segnale a tutto l’ambiente giallorosso ma specialmente a Gasperini. «Lavoro non-stop», la didascalia di quel duro e pesante allenamento che fa stancare soltanto alla vista, figuriamoci provare a replicarlo. Lo stesso commento della moglie Rocio è un messaggio indirizzato agli addetti ai lavori: «Tanto sacrificio da parte sua, perché tutto lo sforzo che c’è dietro il lavoro in campo spesso non viene visto oppure non viene apprezzato. E invece lui non si è fermato neanche un giorno durante tutte le vacanze». José Tasende non ha dato seguito alle notizie di mercato, alle trattative della Roma con i sauditi, alle lusinghe dei club che da un paio di settimane lo stanno contattando per affidargli un posto da titolare. L’ultimo è il Girona che sta cercando rinforzi dopo la stagione da incubo che stava per culminare con una clamorosa retrocessioone. «Grazie, ma no grazie», in sintesi la risposta dello spagnolo che nella Roma ha trovato il suo perfetto mondo lavorativo dove è tornato a esprimersi ad alti livelli. La seconda parte di stagione è stata clamorosa, Angeliño è risultato decisivo per gol, assist, spinta offensiva e supporto in copertura. Ha tirato il fiato nel finale, ma spera che dalla prossima stagione Salah-Eddine possa aiutarlo con un sano e utile turnover. Perché sì, José vuole restare alla Roma, vuole convincere Gasperini di essere non solo un giocatore di qualità, quello il tecnico già lo sa e lo stima, ma anche duttile al suo calcio. La cessione? La plusvalenza? L’addio? Angeliño chiaramente ha saputo delle intenzioni della Roma, sapeva che Ghisolfi stava trattando con Al-Hilal, ma non è mai stato sul punto di firmare quel contratto. Forse se la situazioone fosse andata avanti in quella direzione chissà, magari si sarebbe convinto, ma da quello stop nella trattativa a oggi non ci sono stati altri segnali di addio. Del resto, lo spagnolo non è mica un esubero, ma un elemento importante della rosa sia in campo sia nello spogliatoio. E gode non solo della stima dei suoi compagni di squadra ma anche di una tifoseria che lo ha sempre visto in campo pronto al sacrificio e al senso di appartenenza, a prescindere dai risultati o dalle prestazioni. Quindi nessuno sarà deluso per una sua mancata cessione anzi, se resterà fino al termine del mercato sarà tanto di guadagnato per la Roma. Di certo un suo addio prima di domani non è più ipotizzabile, salvo clamorosi colpi di scena che si traducono in mega e super offerte saudite. Ma a ventotto anni e dopo una stagione importante, José vuole continuare a giocare in Europa ed essere protagonista di questa nuova Roma targata Gasp.

Gli altri

La caccia alla plusvalenza allora continua. Lo Zenit ha offerto alla Roma circa venti milioni per Tammy Abraham, cifra ritenuta accettabile da Massara, non invece la destinazione per l’inglese che nutre più di un dubbio. Anzi, diciamo che a meno di offerte da capogiro, il centravanti difficilmente prenderà un volo per la Russia. Dove andare a pescare allora quella decina di milioni di plusvalenze? Dai giovani, dagli esuberi o da N’Dicka che è cercato in Premier, in Germania e in Arabia. Più il tempo passa e più aumentano le possibilità che l’ivoriano possa essere il sacrificato per evitare le sanzioni Uefa. In uscita ci sono Hermoso (e riuscire a farci 4-5 milioni sarebbe un affare), Celik (1,9 a bilancio), Paredes (il Boca domani attiverà la clausola rescissoria), Cristante (valore residuo 3,3 milioni) e Shomurodov (4,8 a bilancio). Riuscire a raccogliere un gruzzoletto nel giro di 24-48 ore per “salvare” N’Dicka sarebbe un vero e proprio miracolo.

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