Non c’è trucco, non c’è inganno. La Roma sta imparando a vincere le partite anche senza Paulo Dybala. Non dover rimpiangere ogni secondo l’infortunio del giocatore più forte non significa affermare che sia meglio non averlo: questa panzana la lasciamo volentieri ai provocatori delle piazzette del web. Basti pensare alla sfida contro il Porto, che Dybala ha praticamente vinto da solo. Però è giusto riconoscere che nell’incredibile rimonta organizzata da Ranieri la dipendenza sia stata contenuta. Merito dell’allenatore, certo, ma anche della squadra che si è adattata all’assenza eccellente valorizzando altre risorse. Collettive.
Roma, il dato incoraggiante senza Dybala
I numeri, anche prima dell’avvento di Ranieri, ci raccontano persino valori paradossali in campionato: nelle 16 giornate in cui Dybala è partito titolare, la Roma ha contabilizzato 27 punti, media 1,6; nelle 14 in cui Paulo è mancato oppure è entrato dalla panchina (concluse con 7 vittorie giallorosse), i punti sono stati 25, alla media di 1,74. Il confronto non tiene conto ovviamente degli avversari: a volte Dybala è rimasto a riposo tre giorni dopo una partita di Europa League per non affaticarsi in contesti che si potevano gestire anche con un surrogato, tipo Soulé che ha portato 4 punti in classifica con i gol segnati a Parma ed Empoli. Però nei primi due anni i pit-stop per il cambio gomme rovinavano totalmente il gran premio. Si spegneva la luce, per ricordare un’espressione cara a Mourinho. Adesso invece la Roma si comporta da squadra, reagisce da blocco unico alle difficoltà, prova a trasformare le necessità in virtù.