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Berardi, la moglie accusa: “Massacrati, ora abbiamo paura”

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Sui social messaggi contro la famiglia dell’attaccante del Sassuolo: «Chi denuncia viene spesso ignorato» 

Dopo la vittoria del Sassuolo contro il Milan, Francesca Fantuzzi, moglie di Domenico Berardi, su Instagram ha condiviso la felicità sua e del figlio Nicolò, di due anni, per l’impresa del papà e della sua squadra. Niente di più, niente di meno. Nessuno sfottò, nessuna esagerazione, niente che potesse far pensare a una provocazione nei confronti degli avversari. Per questo Francesca fa ancora più fatica a spiegarsi come mai le siano arrivati decine di messaggi pesantissimi: insulti a lei, a Berardi, al bambino, minacce di ogni tipo e auguri di malattie. E non era neppure la prima volta. Il timore, che la ragazza, di neppure 30 anni, racconta qui, è che non sarà neppure l’ultima. «Da mamma, da moglie, da donna, semplicemente da essere umano dico: ho paura». 

Il Sassuolo vi ha mostrato vicinanza e lo stesso hanno fatto molti del mondo del calcio.

«Confermo, il nostro club inteso come proprietà, dirigenza e compagni, ci è stato e ci è accanto. Ma anche giocatori di altre squadre con le loro famiglie ci hanno manifestato sostegno e ci siamo confrontati su quello che purtroppo è un male comune»
 
Lei e suo marito, sui social, non mostrate mai il volto di vostro figlio, Nicolò.

«Sì. Vogliamo tutelarlo, è minorenne, poi deciderà lui da grande cosa fare. E poi in questo mondo non si sa mai con chi ti vai a interfacciare. Vorrei tutelare la sua immagine dai commenti e ho anche il terrore di trovare qualcuno che ci voglia far del mare e magari conoscendo il suo volto ci metta un secondo»
 
Minacce, insulti, violenza: è più triste per questa situazione o arrabbiata?

«Arrabbiata, senza dubbio. La cosa che mi fa più rabbia è che chi denuncia viene accusato di esagerare: “Eh che sarà mai…”. Mi fa arrabbiare che certi insulti o minacce possano essere ricevuti senza problemi anche da ragazzi normalissimi, nel senso di non conosciuti. E mi dispiace che non si stia facendo niente, o si stia facendo poco, per tutelare i giovani. Vedo un mondo grigio: fino a quando i social permetteranno di creare dei profili falsi ognuno si sente libero e sereno di fare qualsiasi cosa, senza metterci la faccia. E spesso queste denunce finiscono nell’anonimato. Denunce che noi faremo, però. Se ne parla, ma non ci si è mossi davvero in maniera concreta e definitiva. Continuerò a fare questa battaglia per dire basta, non è normale. Ci sono davvero dei massacri, si è perso un po’ il senso»

Francesca, è una mamma che ha paura?
«Sì, dico di sì. Vedo un mondo avanzare velocemente, senza regole in un universo web spartano, con troppa libertà. Ognuno deve dire o fare ciò che gli pare, ma se offendi o minacci non è concepibile. Quando vedo mio figlio e penso che tra dieci anni avrà un telefono in mano e potrà essere anche lui oggetto di insulti sto male. Chi denuncia quasi sempre viene ignorato o non arriva a nulla. E’ tempo di finirla, di fare qualcosa». 

 

 

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