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Toro-Lazio 3-0 a tavolino? Cairo: "Ci ragioniamo"

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Il legale che ha difeso il Napoli: «Margini per ricorrere malgrado l’omologazione del risultato». La prudenza granata

Due premesse doverose: 1) il Toro dovrà - aritmeticamente e moralmente - conquistarsi la salvezza sul campo e non gli conviene certo illudersi, per svariate ragioni, che una mano possa giungergli dalle aule di tribunale; 2) nei contenziosi che lo vedono da mesi contrapposto alla Lazio, il club di Cairo è difeso (e molto bene) dal pregiatissimo avvocato Eduardo Chiacchio, tra le altre cose ex calciatore professionista di buon livello. Chiacchio, nei primi due gradi di giudizio, ha già portato a casa la possibilità di giocare la partita di ritorno con i biancocelesti malgrado questi, il 2 marzo, avessero vanamente atteso all’Olimpico di Roma l’arrivo dei granata, impossibilitati a muoversi stante il divieto dell’Asl 1 di Torino per focolaio Covid con variante inglese nel loro gruppo: niente 3-0 a tavolino per la squadra di Inzaghi, come chiesto da Lotito e dai suoi legali, per quanto la data del “recupero” sia ancora da stabilirsi e la Lazio stia valutando l’opportunità di ricorrere contro la sentenza della Corte Sportiva d’Appello.

Mi manda Lubrano

Ciò premesso, ieri hanno fatto discutere le dichiarazioni dell’avvocato Enrico Lubrano al sito internet Toronews, legato alle piattaforme digitali del gruppo Cairo. Lubrano - che ha coadiuvato Mattia Grassani nella difesa (vincente, seppur solo in ultimo grado) del Napoli in merito alla partita saltata con la Juventus e recuperata giusto mercoledì scorso - ha di fatto riaperto la questione del match d’andata, legittimando la possibilità per il Torino di fare ricorso avverso il risultato (4-3 per la Lazio) maturato negli ultimi minuti sul campo. Campo dal quale però Immobile - autore di un gol - e il suo compagno Leiva avrebbero in teoria dovuto tenersi lontani stante la positività al Covid emersa a margine delle partite di Champions prima e dopo la trasferta di campionato a Torino. Senza impugnare la sentenza seppur mite del Tribunale Federale - che ha riconosciuto alcune responsabilità della Lazio comminandole 150 mila euro di ammenda, 7 mesi di inibizione a Lotito e 12 per i medici Pulcini e Rodia - secondo Lubrano «il Torino potrebbe ricorrere in unico grado innanzi alla Corte Sportiva di Appello (la cui decisione potrebbe essere poi impugnata innanzi al Collegio di Garanzia) richiedendo la revocazione del provvedimento di omologazione del risultato, ai sensi dell’art. 63.1. lett. d, del Codice di Giustizia Sportiva Figc». Secondo tale norma - si legge appunto su Toronews - «tutte le decisioni adottate dagli organi di giustizia sportiva, inappellabili o divenute irrevocabili, possono essere impugnate per revocazione innanzi alla Corte Federale di Appello, entro 30 giorni dalla scoperta del fatto o dal rinvenimento dei documenti se sia stato omesso l’esame di un fatto decisivo che non si è potuto conoscere nel precedente procedimento, oppure siano sopravvenuti (...) fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia». Insomma, ci sarebbero «gli estremi per richiedere (...) il 3-0 a tavolino in favore del Torino» nonostante il mancato preannuncio di ricorso da parte granata entro 24 ore dalla fine della partita. a. Proprio l’omologazione del risultato, stanti le norme della giustizia sportiva, sembrava tagliare la testa al Toro. Non secondo Lubrano, però, che farebbe leva appunto sull’impossibilità di conoscere le effettive responsabilità dei laziali (sancite solo il 26 marzo) in tempo utile per un reclamo.

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