SCENARIO - Secondo i dati della Guardia di Finanza si stima che il gioco illegale valga 23 miliardi di euro (1,5 quello on line), più del 13% del giro d'affari totale fuori legge (175 miliardi). La proliferazione di strutture parallele a quelle autorizzate dallo Stato è uno degli aspetti più devastanti, come ha puntualizzato il presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia, Massimo Passamonti, l’ideatore del piano regolatore per le scommesse. Al fianco degli oltre 7.000 punti vendita certificati dai Monopoli, c'è, infatti, una vasta rete illegale di 4.000 esercizi che hanno sottratto al fisco 380 milioni di euro negli ultimi due anni. Il fenomeno può essere contrastato solo con risposte sistemiche. Come ha sostenuto il presidente della Lega B, Andrea Abodi, intervenendo ai lavori. «Giocando di squadra possiamo trovare gli anticorpi al match fixing che erode la credibilità della nostra attività, bene primario da difendere. La frode sportiva è come il doping - ha detto il numero uno dei club cadetti -. Serve poi una legislazione uniforme europea che ci aiuti a fare prevenzione, ma anche a punire chi sbaglia sia pure dopo un’altra possibilità. Meglio che fare un'autopsia».
IL RUOLO DEI MONOPOLI - L’auspicio è di un’intensificazione dell’attività dei Monopoli e che i concessionari svolgano una funzione «di difesa della legalità, identificabile e riconoscibile», ha aggiunto Abodi. «La politica affronti questi temi - ha condiviso Passamonti -. Gli indicatori sono negativi. Per la prima volta dal 2000 il gioco illegale ha ripreso a crescere». La Lega di B, intanto, intensifica la formazione di tesserati e dirigenti. Non solo: «Col capo della Polizia e col ministro Alfano vogliamo arrivare a sanzioni penali e al congelamento dei beni per frode sportiva», ha rivelato Abodi. Insomma, prevenire, ma anche una giusta pena.