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Le Douaron dice Palermo: "Promozione, i giochi sono aperti"

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Le Douaron dice Palermo: "Promozione, i giochi sono aperti" Lapresse
L'attaccante francese lancia la volata alla Serie A: "Il campionato è duro, ma adesso ci siamo anche noi"

PALERMO - E’ un ragazzo bretone educato ed intelligente, che si porta dietro il peso di un investimento importante (il Palermo l'ha pagato 4 mln di euro al Brest che si era appena qualificato per la Champions) e la voglia di mostrare che la scelta di venire nella B italiana non è stata una follia ma la tappa di un progetto di crescita. Ritratto esclusivo di Jeremy Le Douaron, 27 anni fra un mese, in rosanero finora 4 gol di cui due decisivi, molto positivo ancora domenica nella vittoria contro il Brescia. 

Jeremy buongiorno, lei risponde in francese ma ormai capisce bene l'italiano. 

«Studio la lingua da quando sono arrivato, lo faccio non solo per integrarmi al massimo coi compagni ma perché è importante conoscere una cultura diversa, La stessa cosa avviene in Francia quando arrivano calciatori stranieri e questo aiuta il rendimento delle squadre». 

Però il suo arrivo è stato facilitato dalla presenza di tanti altri suoi connazionali in rosanero. 

«Sì, Gomis, Gomes, Diakitè, Henry e Alexis Blin che conoscevo da prima mi hanno aiutato ad adattarmi. Ma il vero motivo della mia scelta è stata proprio Palermo». 

Cioè? 

«Ho subito percepito un fervore che raramente si vede in Francia. Mi piace paragonare Palermo a Marsiglia, lì c'è la stessa ambizione. La città vive di calcio, tutti vogliono la serie A, in ogni partita l'atmosfera allo stadio è incredibile. Il clima è stupendo, faccio lunghe passeggiate in riva al mare e per conoscere le tante opere architettoniche del luogo. In più il club alle spalle è ambizioso, come me, e mi ha convinto col suo progetto». 

Ci racconti un Jeremy inedito. 

«Ho iniziato a giocare da piccolissimo, avevo 5 anni, e amavo il calcio. Sono circondato da una famiglia che mi supporta, per ora vivo solo perché la mia fidanzata è rimasta in Francia a studiare ma conto che mi raggiunga presto. Professionalmente, ho girato tante squadre della Bretagna ma dopo gli anni bellissimi al Brest ho deciso che era tempo di fare un'esperienza diversa. E Palermo offre qualcosa di straordinario». 

Il campionato rosanero finora indica un cammino di alti e bassi. 

«La B è piena di calciatori bravi a livello tecnico, mi avevano parlato di un campionato competitivo ed equilibrato e così è stato. Basti vedere come soffrono anche squadre che l'anno scorso erano in A. A Brest si gioca un calcio più fisico, in Italia domina la tattica, in campo ci sono meno spazi e i difensori sono più duri». 

Le Douaron sta piacendo soprattutto per l'eclettismo e la generosità. 

«Sono sempre stato un attaccante che si sforza per la squadra, posso coprire più ruoli. So che i tifosi domenica hanno apprezzato un mio recupero in fase difensiva, mi fa piacere perché indica il mio stile di gioco: dare tutto me stesso per contribuire a raggiungere l'obiettivo». 

Con Pohjanpalo, il ritorno di Brunori ed Henry che sta per rientrare gli spazi davanti sono minori… 

«Nel calcio concorrenza e competizione sono fattori importanti. L'attacco del Palermo è composto da giocatori forti che hanno caratteristiche diverse. Ma siamo complementari all'interno del campo e fra noi c'è un'intesa sana. Poi l'allenatore fa le sue scelte». 

Cosa pensa abbiano aggiunto gli innesti di gennaio, da Audero a Pohjanpalo, al gruppo precedente? 

«La squadra era già competitiva, i nuovi l'hanno ulteriormente rinforzata. Hanno giocato ad alto livello, anche in serie A e questo ci dà tanto in termini di esperienza». 

Che peso dare alla vittoria sul Brescia, la seconda consecutiva? 

«Nell'ultimo periodo altre partite così avremmo dovuto vincerle invece le avevamo pareggiate. Il segreto sta in poche parole, essere solidi in difesa e sfruttare le occasioni a favore. Ora bisogna continuare su questa strada ma il segnale di domenica è preciso: nel Palermo ognuno lotta per l'altro e bisogna dare il massimo fino all'ultimo secondo». 

Dieci partite per inserirsi nella volata play off con un piazzamento che permetta di sperare. 

«Non è ancora il momento di guardare la classifica, per chiudere in alto dobbiamo vincere più partite possibili e sta a noi farci trovare pronti. Bisogna restare concentrati gara dopo gara, sabato ci aspetta la Sampdoria a Genova. E la prima cosa che ho imparato della B è che ogni partita è difficilissima e va combattuta».

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