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Serie B, il calcio fuori dai tribunali

Tiene banco il caso Brescia, la questione salvezza resta in sospeso per il momento 

Per fortuna ieri sera si è ripreso a giocare per la promozione, perché per la salvezza non se ne parla assolutamente! Il calcio passionale che coinvolge il cuore della gente assiepata sui balconi affacciati sul “Menti” o di un “Ceravolo” stracolmo d’attese, contro quello dei tribunali che ha nuovamente rubato la scena grazie al caso Brescia. Un campionato bellissimo non meritava altri veleni sulla coda e uno scenario indecifrabile. Certo, le regole sono inequivocabili, nonostante i tentativi di indirizzare la battaglia legale scaturita dai disagi finanziari di Cellino, da tempo contestato da un’intera città e rifugiatosi in questi giorni a Londra, evidentemente, al riparo da qualche male intenzionato. Si dice truffato, l’ex patron di Cagliari e Leeds, raggirato da un rampante giovincello avellinese di primo pelo capace di rifilargli risorse immaginarie evaporate alla verifica dell’Agenzia delle Entrate e della Covisoc, una macchinosa procedura che ha poi portato al congelamento dei playout con probabili nuovi attori in scena in un contesto temporale tutt’altro che comprensibile.

Serie B, caos per il caso Brescia 

Ma da qualunque lato la si inquadri, questa ennesima inenarrabile vicenda di malaffare racconta anche di un calcio non più in gra do di reggersi in piedi con artifici e magheggi contabili. Contro i quali, purtroppo, continuano a non esserci anticorpi e procedure infallibili. Servirebbe una “patente” per destreggiarsi in questo mondo ricco d’inciampi. Dalle fideiussioni farlocche ai crediti d’imposta immaginari, il prodotto finale non cambia: contenziosi interminabili e rischio caos. Anche perché si fa spesso confusione, dimenticando l’autonomia dello sport. E a rimetterci è sempre chi rispetta le regole e la gente che vive di sogni, almeno quelli, lascimoglieli. Chi lo spiega che abbiamo scherzato, per esempio, ai trentamila tifosi pronti a popolare l’Arechi per lo spareggio col Frosinone, sperando in una salvezza sembrata a lungo impossibile? Nella migliore delle ipotesi si dovrà tornare in campo a metà giugno, molto probabilmente, contro un altro avversario, la Sampdoria in difficoltà economiche, che sul campo era retrocessa. Quel termine perentorio del 16 febbraio, rispettato per i contributi Inps e i versamenti Irpef ma con risorse inesistenti come certificato a quasi tre mesi di distanza, inchioda Cellino alle proprie responsabilità. Ma impatta pesantemente su questa stagione che avrebbe meritato un altro finale. Tra la gente, fuori dai tribunali! 

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