Genova sofferente. Perché?
«Il ciclo che hanno vissuto Samp e Genoa negli anni ‘90 è difficile da ripetere. Ma è una città in cui il calcio si respira nell’aria. Impossibile farne a meno».
Tra i suoi meriti, oltre ad aver riempito l’Astronave, c’è quello di aver valorizzato giovani. Non solo Caprile e Cheddira (già accostati a Napoli e Lazio).
Tra i suoi meriti, oltre ad aver riempito l’Astronave, c’è quello di aver valorizzato giovani. Non solo Caprile e Cheddira (già accostati a Napoli e Lazio).
«Non sono bravo a riconoscermi meriti. Non so neanche se ne ho. La fortuna di un tecnico è trovare giocatori bravi e società che facciano lavorare in tranquillità».
Lei fa giocare bene anche i veterani: motivare e gestire calciatori che si avviano ai 40 anni è una specie di miracolo. Conviene?
Lei fa giocare bene anche i veterani: motivare e gestire calciatori che si avviano ai 40 anni è una specie di miracolo. Conviene?
«Anche qui il merito è nella capacità dei calciatori di essere professionisti esemplari».
Secondo lei perché diamo così poca fiducia ai giovani nel nostro Paese: un fatto culturale?
Secondo lei perché diamo così poca fiducia ai giovani nel nostro Paese: un fatto culturale?
«Perché siano tutti paurosi e attaccati alle poltrone. A volte prendersi dei rischi è più complicato che andare sul sicuro. Giocatori affermati danno certezze. Se il risultato fosse accettato, ci sarebbe più spazio per i giovani. Quelli che lo meritano, ovviamente. Ha ragione Gasperini in questo».
«Mi piacerebbe che fosse vissuto come uno spettacolo e non come una giornata di sfogo, almeno da parte di qualcuno».
Già trattato il rinnovo?
«C’è tempo per farlo. Non sono a scadenza».
Una promessa che si sente di fare alla città e ai tifosi del Bari?
«Le promesse bisogna essere certi di poterle mantenere per farle. Da parte mia, del mio staff e della squadra, possiamo solo dire che daremo tutto per questa maglia. Il Bari ha un’anima e in campo si vede e si vedrà sempre».