Il presidente Vigorito le ha chiesto la terza promozione in A?
«Forse ho chiesto più io a lui che lui a me. Servono strutture. E i grandi risultati ottenuti in passato non sono garanzia per il futuro. Il presidente ha capito le difficoltà del momento e ci sta vicino».
Ai beneventani, sempre un po’ scettici rispetto alla realtà, cosa può promettere?
«Solo lavoro. Ma si avverte un’aria diversa anche tra la gente».
Le dimissioni di Como una provocazione o una strategia?
«Un atto dovuto per fare chiarezza. Quando non arrivano i risultati bisogna trarre le conseguenze e assumersi le proprie responsabilità. Io e il direttore sportivo siamo amici. Ma non è stato un tentativo di abbandono. Anzi. Il fatto che sono state respinte le dimissioni ha dato forza a me e responsabilizzato il gruppo».
Palermo, Parma, Cittadella, Modena e Perugia per chiudere il girone d’andata. Benevento a -6 dal perimetro playoff. Gap colmabile entro l’anno solare?
«Dobbiamo uscire da questa situazione il prima possibile. Questo è un torneo durissimo. Ma ogni turno ci regala novità. Dobbiamo essere umili e cogliere le opportunità che certamente sapremo costruirci o che capiteranno sulla nostra strada».
E Cannavaro sa come si fa!