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Dal gol di Lulic alla promozione: Andreazzoli riporta l'Empoli in ParAdiso

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Dopo l'esperienza amara con la Roma, l'allenatore toscano torna in Serie A con una cavalcata trionfale

ROMA -  A 4 giornate dalla fine l'Empoli sfonda le porte del parAdiso dopo un solo anno di purgatorio ed è difficile ricordarsi nel recente passato della serie B una promozione che sia maggiormente legata a doppia mandata ai meriti dell'allenatore. Aurelio Andreazzoli ha preso in mano la squadra a metà dicembre e ha iniziato un viaggio ai confini della perfezione dove i risultati sono sempre andati a braccetto con l'altissima qualità del gioco. 

METAMORFOSI - Neanche il più ottimista dei tifosi dell'Empoli si sarebbe mai potuto immaginare che la svolta di Natale potesse pagare dividendi così clamorosi: l'ex allenatore della Roma ha preso in mano una squadra che sotto l'egida di Vivarini era al quinto posto in classifica con 5 sconfitte nelle prime 19 giornate e l'ha trasformata in una corazzata che ha vinto 14 delle successive 19. Solo 5 i pareggi (compreso quello di oggi con il Novara), zero le sconfitte e un bilancio sotto la sua gestione di 46 reti fatte e solo 18 subite.

LA RIVINCITA - Grazie a questo trionfo Andreazzoli torna a 64 anni in quella Serie A che aveva abbandonato nel 2013 quando entrò nella storia dalla parte sbagliata perdendo la finale di Coppa Italia. Il 26 maggio è diventata una data indelebile nella rivalità tra Roma e Lazio e quel gol di Lulic sancì di fatto la fine della sua breve parentesi alla guida dei giallorossi. Rimase nello staff di Garcia e poi in quello di Spalletti che a metà stagione sostituì il tecnico francese. Il legame con il tecnico di Certaldo è fortissimo: nel 2003 Luciano lo volle con sè nell'avventura sulla panchina dell'Udinese e il binomio continuò anche alla Roma dal 2005-2009. Spalletti non si è portato dietro Andreazzoli nell'esperienza all'Inter ma a dicembre ha fornito un assist prezioso al suo ex collaboratore caldeggiandone l'ingaggio in un dialogo con il presidente dell'Empoli Corsi.

SULLE ORME DI SARRI - La metamorfosi voluta da Andreazzoli è partita dal cambio di modulo: dal 3-5-2 del suo predecessore a un 4-3-1-2 in cui lo sloveno Miha Zajc (8 reti e 11 assist) è diventato il propulsore di un ingranaggio offensivo illuminato dai 45 gol di Caputo e Donnarumma. Il suo sistema di gioco e la voglia di giocare sempre il pallone ricordano a tratti i principi di Sarri, un altro allenatore che ha fatto la storia dell'Empoli. Sulla copertina del tripudio azzurro non può esserci solo l'attacco: tra le intuizioni del tecnico c'è sicuramente quella di schierare Castagnetti come regista che dà equilibrio alla squadra. E poi la difesa, che è migliorata notevolmente da quando a gennaio è arrivato un uomo d'esperienza come Maietta. L'Empoli cambierà sicuramente qualcosa in vista della Serie A ma l'ossatura della squadra sembra già pronta per il piano di sopra e disperdere il tesoretto di certezze tecnico-tattiche accumulate negli ultimi 4 mesi sarebbe davvero un peccato.

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