PALERMO - Da Buffon fino a Pohjanpalo, passando dall'Indonesia fino alla sfida di domenica al suo ex allenatore Grosso: viaggio esclusivo nel mondo di Emil Audero, il portiere con due scudetti in bacheca, scelto a gennaio dal Palermo per credere ancora nella serie A o comunque provarci ai playoff.
Emil, partiamo dai gol subiti nel finale che tengono in perenne ansia il Palermo e i suoi tifosi.
"Sono situazioni che nel calcio esistono; durante una partita ci sono cose che non puoi controllare. Incidono la bravura degli avversari e qualche lettura individuale sbagliata; nei finali c'è maggiore stanchezza e disordine tattico, ti abbassi di più, concedi più campo. Per evitarle, sono decisivi aspetto mentale e atteggiamento: se l'inerzia non è più dalla tua parte, devi saper restare in partita e non subire gli eventi".
Eppure per lunghi tratti concedete pochissimo all'avversario.
"Il Palermo è una squadra forte, forse c'è poca consapevolezza di quanto la squadra può fare. Siamo un po' troppo attendisti, dobbiamo avere la “sana” presunzione di dimostrare il nostro valore. Ricordando che in B regna sempre l'equilibrio, in un attimo siamo passati da fuori dai playoff al 7° posto".
Due titoli alle spalle, sia pure da portiere di rincalzo. Uno giovanissimo con la Juventus di Allegri, l'altro l'anno scorso con l'Inter.
"Ho avuto la fortuna di condividere momenti di campo e non solo con campioni eccezionali. I ricordi più forti? Buffon e non solo per una questione di ruolo: ero un ragazzino, sono cresciuto con lui, il suo carisma per me è stata la base da cui partire; e poi Chiellini, professionista esemplare che ti insegna tanto anche oltre l'aspetto tecnico. Il titolo con l'Inter è stato diverso, squadra fortissima e coesa: con Barella e Dimarco eravamo assieme già nell'under 15".
Cosa pensa di aver portato con sé dello scudetto in una esperienza diversa, come questa a Palermo?
"Nei gruppi importanti c'è innanzitutto un piacere nello stare assieme e un alto rispetto reciproco sul piano professionale. L'essere visto come un esempio da seguire è un riconoscimento che mi gratifica. Eleva anche le mie responsabilità ma è uno stimolo forte che devi saper trasmettere. Uno dei motivi per cui mi trovo bene nel Palermo è la considerazione dell'ambiente cui do molta importanza".