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Avellino, D'Agostino non si accontenta: "Ora la Serie A e un nuovo Partenio"

Intervista esclusiva al presidente degli irpini, riuscito a ottenere la tanto agognata promozione in B dopo cinque tentativi andati a vuoto: cos'ha detto

AVELLINO - Un obiettivo centrato dopo anni di sacrifici economici dovendo digerire critiche immeritate. Imprenditore di successo con interessi in svariate attività economiche, Angelo Antonio D’Agostino, 65 anni il prossimo 10 giugno, mai aveva dovuto attendere così tanto tempo per concretizzare un investimento. Rilevò una società allo sbando, nel difficile periodo del lockdown. Era il 29 febbraio del 2020, anno bisestile e notoriamente poco benigno. Un’attesa di 1884 giorni, da quel sabato, fino alla sospirata promozione in serie B, con la conclusione ufficiale del campionato, avvenuta ieri sera dinanzi agli oltre diecimila spettatori di un “Partenio” divenuto ormai troppo piccolo«Volevamo subito la promozione in B, attraverso investimenti rilevanti, costruendo ogni volta squadre teoricamente molto forti, con allenatori esperti, senza raccogliere il frutto atteso». Sessantadue mesi vissuti con il pensiero fisso di vincere il campionato, obiettivo fallito per cinque volte cambiando sette allenatori, centrato quando nessuno se l’aspettava. «Sembrava una maledizione, non riuscivamo a capire in che cosa sbagliavamo».

E adesso lo avete scoperto?
«Fare le cose in modo semplice».

La delusione più cocente?
«La sconfitta nei playoff contro il Vicenza, l’anno scorso. Ero arrabbiato ma rilanciai subito».

In che modo?
«Dissi che per rifarci, dovevamo ottenere due promozioni di seguito».

La prima è arrivata.
«La serie B non deve essere un punto di arrivo. La serie A in due anni non è impossibile. In questi anni ho capito che il campionato più difficile da vincere è quello di Lega Pro».

Ora c’è da pianificare il futuro.
«Dobbiamo metterci subito al lavoro, senza perdere tempo».

C’è da ristrutturare uno stadio in abbandono da anni.
«Per l’adeguamento alle normative della serie B, ci vogliono circa 1.5 milioni di euro».

Il Comune di Avellino, però, è in affanno, con scarse risorse finanziarie.
«Ne siamo consapevoli e, per accelerare i tempi siamo disponibili ad anticipare i costi di cui il Comune deve farsi carico».

Lei ha pure esperienza politica, sa che le pastoie burocratiche comportano la lentezza delle procedure.
«Certo, tant’è vero che da due anni abbiamo presentato un progetto per la costruzione di un nuovo stadio ma siamo in un pantano, tutto fermo. Sono pronto, da subito, ad acquistare lo stadio Partenio. Abbiamo speso tanti milioni per provare a vincere il campionato. Credo che sia una buona soluzione per tutti».

Soprattutto per garantirsi di giocare al Partenio dal 22 agosto.
«Occorre iniziare immediatamente i lavori e portarli a termine nei tempi previsti, come facciamo puntualmente con i nostri cantieri disseminati in tutta Italia».

La tifoseria s'aspetta di avere una squadra adeguata alla categoria superiore.
«Vogliamo mantenere la struttura portante della squadra, senza smantellare un gruppo coeso».

Ha cambiato 7 allenatori in 5 anni ed ha vinto il campionato con un esordiente.
«E Biancolino sarà esordiente pure in serie B. Un po' scaramantico lo sono, per questo vorrei riportare l'Avellino in ritiro a San Gregorio Magno, ci ha portato bene».

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