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Damm fa volare il Tigres: dribbling e assist per Gignac

E’ un’ala destra, ha ventidue anni e ha spinto il club messicano in finale di Coppa Libertadores, mandando a segno contro l’Internacional di Porto Alegre il centravanti francese e il mediano uruguaiano Arevalo Rios, ex Palermo. Ha origini tedesche: è arrivato al Tigres all’inizio di luglio dal Pachuca e il suo cartellino è costato otto milioni e mezzo di euro.

ROMA - Il sogno ha preso forma: il Tigres, club messicano, la passione sportiva della città di San Nicolas de los Garza, che ospita una delle migliori università (la “Universidad Autonoma de Nuevo Leon”) del Paese ed è il quinto centro industrale (vetro, acciaio e cemento), ha raggiunto per la prima volta la finale di Coppa Libertadores, la Champions League del Sudamerica. Ha eliminato, dopo una rimonta spettacolare, l’Internacional di Porto Alegre: il Tigres aveva perso la gara d’andata per 2-1 in Brasile, mentre davanti al proprio pubblico ha rovesciato il pronostico e si è imposto per 3-1. E ora va a caccia del colpo d’autore contro il River Plate: il 30 luglio giocherà l’andata in casa e il 6 agosto sarà di scena a Buenos Aires, allo stadio Monumental.

LA STATISTICA - E’ la terza squadra messicana che arriva alla finale della Coppa Libertadores, dopo il Cruz Azul nel 2001 e il Chivas di Guadalajara nel 2010, ma può diventare la prima a vincerla. E dietro la magia di una scalata emozionante della società di San Nicolas de los Garza (nove chilometri da Monterrey), c’è André-Pierre Gignac, ventinove anni, il centravanti che si è svincolato alla fine di giugno dall’Olympique Marsiglia e ha firmato un contratto con il Tigres per tre stagioni. E’ stato il francese, ventuno reti nello scorso campionato di Ligue 1, vice-capocannoniere alle spalle di Alexandre Lacazette, ventisette gol nell’Olympique Lione, a cambiare indirizzo alla sfida con l’Internacional, sbloccando il risultato dopo diciassette minuti con un colpo di testa da manuale.

EX PALERMO - In questo clima di festa, allo stadio Universitario di San Nicolas de los Garza, che la gente chiama da tempo “El Volcan” (il vulcano), si è ritagliato un copione da protagonista anche il mediano uruguaiano Arevalo Rios, una breve esperienza nel Palermo (27 presenze e 2 reti nella stagione 2012-13): suo l’urlo del 3-0, dopo che l’Internacional si era complicato la vita con un clamoroso autogol del terzino sinistro Geferson, sempre in affanno davanti all’ala Javier Aquino. Inutile, quasi allo scadere, il graffio del 3-1 di Lisandro Lopez.

L’INTESA - Il simbolo del Tigres è Gignac, che ha ottenuto in Messico un ingaggio da 4 milioni e mezzo di dollari a stagione, sorpassando nella classifica dei giocatori più pagati della “Primera Division” l’attaccante Roque Santa Cruz, nazionale paraguaiano e leader del Cruz Azul. Ma il Tigres, tre campionati vinti (l’ultimo, il Torneo Apertura, nel 2011), allenato da cinque anni dal brasiliano Ricardo Ferretti, non si è rinforzato solo con Gignac. Si è assicurato anche Jürgen Damm, ventidue anni, un esterno destro che è costato otto milioni e mezzo di euro ed è arrivato all’inizio di luglio dal Pachuca.

LA CARRIERA - E’ messicano, ma ha origini tedesche. E’ nato a Tuxpan il 7 novembre del 1992 e ha cambiato marcia al Tigres nella semifinale di ritorno, mandando a segno Gignac e Arevalo Rios. Suoi i due assist. E’ un destro naturale, è molto veloce e ha cominciato la carriera nel Deportivo Guadalajara, prima di fare esperienze nell’Atlas e nell’Estudiantes. La sua cessione ha permesso di sistemare i conti al Pachuca, dove Damm era stato promosso tra i titolari dai tecnici Enrique Meza (messicano) e Diego Alonso (uruguaiano). Scatto, progressione, dribbling, è un’ala classica, che però aiuta anche i centrocampisti in fase di copertura.

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