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Ramselaar porta l’Utrecht in finale di Coppa d’Olanda

E' una mezzala, ha 19 anni e ha segnato 7 gol tra campionato e coppe. E' pronto a debuttare nella nazionale "orange" Under 21 ed è il nuovo talento dell'Utrecht, allenato da Erik Ten Hag, che ha lavorato in precedenza nel Bayern Monaco con Pep Guardiola. L'Utrecht ha già vinto tre volte la Coppa d'Olanda e il 24 aprile affronterà in finale il Feyenoord.

ROMA - E’ la città degli studenti e della cultura: Utrecht è famosa all’estero per la sua Università, da cui sono usciti dieci premi Nobel. In Olanda viene considerata la capitale dell’arte, con la Torre del Duomo e la Cattedrale di Santa Caterina, ma ha allevato anche diversi calciatori: i primi della lista sono Marco Van Basten e Wesley Sneijder. Il Football Club Utrecht, però, è una passione giovane: maglia bianca e rossa, è stato fondato nel 1970 dopo la fusione del Dos, del Veloz e dell’Elinkwijk. Lo stadio si chiama “Galgenwaard" ed è stato ristrutturato nel 2004: curve e tribune coperte, la capienza sfiora i 24.500 posti. E’ il teatro dell’Utrecht, che può vincere tra poco più di un mese la quarta Coppa d’Olanda della sua storia: la finale contro il Feyenoord è in programma domenica 24 aprile. 

A SCUOLA DA GUARDIOLA - La squadra di Erik Ten Hag, quarantasei anni, ex vice-allenatore del Psv Eindhoven (2009-2012) ed ex tecnico del Bayern Monaco II (2013-15), portato in Germania da Pep Guardiola, si è tolta la soddisfazione di battere per 3-1 e di eliminare nei quarti il Psv Eindhoven, che ha conquistato l’ultimo “scudetto” in Olanda e sta cercando di centrare la doppietta (è primo con un punto di vantaggio sull’Ajax di Frank De Boer). Ten Hag è uno dei manager emergenti nel panorama europeo. Il suo modulo preferito è il 4-4-2, ma a volte si è affidato anche al 3-4-1-2 e al 4-3-1-2. Con l’Utrecht è quinto in classifica e viaggia alla media di 1,81 punti a partita. Può regalare ai tifosi biancorossi un trofeo dopo dodici anni, quando - era il 2004 - il club infilò in bacheca la Coppa d’Olanda (contro il Twente) e la Supercoppa (contro l’Ajax): in panchina c’era Foeke Booy.

IL RILANCIO - Squadra baby, l’età media della rosa è di 23,1 anni. Solo otto stranieri. Si punta sui talenti di casa, anche se il capocannoniere dell’Utrecht è l’attaccante francese Sebastien Haller (classe 1991), arrivato in estate dall’Auxerre e autore finora di tredici gol. Perfetta l’intesa con l’altra punta Ruud Boymans (1989), a segno sette volte in nove partite e a disposizione di Ten Hag solo dalla metà di dicembre a causa di un infortunio alla caviglia. Ma l’Utrecht può mettere in vetrina anche un centrocampista di buone prospettive come Bart Ramselaar: ha diciannove anni, è nato ad Amersfoort (provincia di Utrecht) il 29 giugno del 1996, è una mezzala che si adatta anche al ruolo di esterno destro nel 4-4-2 oppure a quello di trequartista. Svelto, elegante, tempi giusti in fase di inserimento, ventisei presenze da titolare in Eredivisie, quattro gol (al Groningen, al Vitesse, al Psv Eindhoven e ancora al Groningen), quattro assist e un rendimento da incorniciare anche in Coppa. 

IL REGALO - Ramselaar, nei quarti, è stato decisivo con una doppietta al Psv Eindhoven. E anche in precedenza, nel terzo turno, quando l’Utrecht aveva superato ai tempi supplementari (5-3) il Groningen sempre con un suollo. Quattro gare e tre reti per Ramselaar in Coppa d’Olanda. E’ un destro naturale, è alto un metro e 78, ha un contratto fino al 2019 e si prepara a debuttare nella nazionale olandese Under 21, guidata da Fred Grim. Ha iniziato a giocare nel VVZA, prima di passare al Roda ’46 e di arrivare all’Utrecht nel 2010. E’ il perno del centrocampo, la pedina che incide di più insieme con il regista-mediano Rico Strieder, ventitré anni, tedesco, portato da Ten Hag dal Bayern Monaco II all’Utrecht nello scorso mese di luglio per 150.000 euro.

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