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Lucas Vazquez, lo spagnolo che piace al Liverpool di Klopp

E' un esterno destro da 4-3-3 e da 4-2-3-1, ha un contratto con il Real Madrid fino al 2020 e ha 24 anni: è il jolly di Zidane, che ha appena vinto in casa del Barcellona e ora prepara la sfida con il Wolfsburg nei quarti di finale di Champions League.

ROMA - Stavolta il “Clasico”, con i suoi 114 anni di storia e le sue 231 gare ufficiali, non valeva per il primo posto, ma Zinedine Zidane - all’esordio da allenatore in questa sfida - ha aiutato lo stesso il Real Madrid a trovare le carte giuste (pressing e contropiede) per vincere al Camp Nou e fermare il Barcellona, che non perdeva da 39 partite. E’ stato un lampo, anche se il colpo in casa di Messi e Neymar non cambia per il momento la sostanza della stagione del Real Madrid, tra esoneri in panchina e delusioni. Il gol di Piqué, poi la rimonta firmata da Benzena e Cristiano Ronaldo, che ha segnato dieci volte in carriera nel regno dei “blaugrana". Impresa da copertina, che spiazza Luis Enrique e riaccende almeno un po’ - a sette giornate dalla fine del campionato - la corsa al primo posto della Liga: Barcellona in testa con 76 punti, Atletico Madrid a quota 70, Real a 69.

L’ERRORE DI PEREZ - Riscatto morale, quello del Real Madrid, che ha centrato la sua 71ª vittoria nella Liga contro il Barça (68 successi), e ora si avvicina alla sfida di mercoledì in Champions con il Wolfsburg: in palio c’è l’ingresso alla semifinale. Una lezione al Barça dei record, che non modifica però gli umori della tifoseria nei confronti del presidente Florentino Perez: sua la sciagurata idea di mandare via in estate Carlo Ancelotto, il tecnico della decima Coppa dei Campioni/Champions League. Una mossa che si è tramutata nell’errore più grave della sua gestione, lunga tredici anni. Dall’esonero di Ancelotti a una stagione nel segno della pañolada: i fazzoletti bianchi sventolati spesso dai tifosi del “Santiago Bernaubeu” in forma di protesta per i risultati del Real Madrid hanno rappresentato il timbro sulla bocciatura della scelta compiuta dall’uomo che comanda il club più ricco e potente del mondo, in grado di chiudere il 2015 con un fatturato di 594,5 milioni di euro. 

GLI ESAMI - Rafa Benitez si è rivelato l’altro abbaglio: lo ha scelto proprio Perez, imprenditore e politico, è stato presentato tra le fanfare e spedito a casa il 4 gennaio del 2016 dopo il pareggio con il Valencia (2-2). Soluzione in casa: Zinedine Zidane, con il suo ascendente, sta cercando di raddrizzare un anno sbagliato. Dieci vittorie, due pareggi e una sconfitta nella Liga. Il francese è passato dalla panchina del Castilla, serie C spagnola, a quella del Real, proprio mentre Benitez faceva i bagagli per andare ad allenare il Newcastle in Premier League. In base ai sondaggi, Ancelotti è il più grande rimpianto del popolo del Real. E Cristiano Ronaldo non ha mai nascosto la nostalgia per l’allenatore italiano, prendendo le distanze da Perez, che ora sta accarezzando l’idea di un’altra rivoluzione. Tenere Zidane o affidare, dopo l’Europeo in Francia, il timone del Real Madrid a Joachim Löw, ct della Germania campione del mondo? Ecco il nodo da sciogliere. In estate, comunque, non mancheranno le partenze eccellenti: da Karim Benzema a Isco. In entrata, invece, il primo della lista è Robert Lewandowski, ventisette anni, centravanti del Bayern Monaco: il polacco è destinato a diventare la plusvalenza più sontuosa per il club tedesco, che lo aveva preso a parametro zero nell’estate del 2014 dal Borussia Dortmund. In arrivo, da Madrid, cento milioni di euro.

UN JOLLY PER LA FASCIA - Con le borse in mano c’è anche un centrocampista esterno, Lucas Vazquez, classe 1991, cresciuto nel Real Madrid: può giocare nel 4-2-3-1 oppure fare l’ala tattica nel 4-3-3. Ha un contratto fino al 2020 e può andare via per quattro milioni di euro. Era ritornato alla base nella scorsa estate, dopo un’esperienza positiva in prestito con la maglia dell’Espanyol (33 presenze, 3 gol e 6 assist). Con Benitez e Zidane è riuscito a scavarsi uno spazio, nonostante le soluzioni di lusso del Real. In campionato è stato utilizzato dicannove volte per un totale di 806 minuti. Ha giocato solo quattro partite da titolare, sempre da esterno destro nel 4-3-3, segnando un gol alla Real Sociedad e firmando sei assist, cinque dei quali per Cristiano Ronaldo, che ha sottolineato spesso le qualità di Lucas Vazquez.

NELLA LISTA DI KLOPP - Piace al Liverpool, Jürgen Klopp lo studia da diverso tempo, lo aveva seguito anche nell’Espanyol. Lucas Vazquez è nato a Curtis, in Galizia, il primo luglio del 1991. E’ alto un metro e 73, pesa 70 chili, ha iniziato a giocare nella scuola-calcio del suo paese, che ha poco più di quattromila abitanti. Dribbling, scatto, progressione, altruismo: arriva sul fondo e serve tanti palloni al centro. Ma garantisce anche chilometri e generosità, lavorando in fase di contenimento: corsa, applicazione, disciplina tattica. Ha debuttato nella Liga il 30 agosto del 2014 con la maglia dell’Espanyol: 1-2 in casa, allo stadio Cornellà-El Prat, con il Siviglia. L’allenatore era Sergio. Lucas Vazquez ha segnato il suo primo gol nel campionato spagnolo il 5 ottobre del 2014 alla Real Sociedad.

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