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Van de Beek, ecco l’erede di Klaassen nell’Ajax

Mezzala, vent'anni, olandese, due gol al Nizza nel preliminare di Champions che non sono bastati però a evitare l'eliminazione del club biancorosso. Ha un contratto fino al 2020 e ha avuto come allenatore nel settore giovanile anche Winter, ex Lazio e Inter

ROMA - Capitolo chiuso: l’Ajax è già fuori dalla Champions League, la corsa è terminata subito, nel terzo turno preliminare. Niente coppe europee: un danno economico che potrebbe comportare la rinuncia al centravanti Kasper Dolberg, diciannove anni, corteggiato dai club stranieri più ricchi. Un sacrificio per compensare la perdita e riportare il bilancio in equilibrio. Sono giorni scanditi da valutazioni profonde all’interno della dirigenza, spiazzata dall’eliminazione subita contro il Nizza di Mario Balotelli, che adesso - il 16 agosto, allo stadio San Paolo - si prepara a sfidare il Napoli nel play-off, appuntamento che aprirà le porte alla fase a gironi del torneo. Soldi e visibilità: quelli che ha perso il 2 agosto, in una notte, il nuovo Ajax di Marcel Keizer, l’allenatore promosso in estate dal settore giovanile dopo il divorzio tra i club biancorosso e Peter Bosz, attratto dalla prospettiva di guidare il Borussia Dortmund.

L’EREDE - Avventura finita per l’Ajax, che non vince il titolo dal 2015: dopo il poker consecutivo firmato da Frank De Boer (bocciato dall’Inter e pronto a ricominciare la carriera sulla panchina del Southampton), i lancieri hanno dovuto assistere nel 2016 al trionfo del Psv Eindhoven e alla metà di maggio del 2017 a quello del Feyenoord. L’Ajax riparte dai suoi giovani, adesso, nel pieno rispetto della tradizione. E il baby d’oro più accreditato, in questo ciclo che si è appena aperto, si chiama Donny Van de Beek, mezzala di valore e di buone prospettive: ha vent’anni e ha preso il posto di Davy Klaassen, acquistato in estate dall’Everton - allenato da Ronald Koeman - per ventotto milioni di euro. 

L’OCCASIONE - Van de Beek è un centrocampista con la qualità e la brillantezza di un numero dieci, di un trequartista. Lancio, assist, tiro da fuori area, ma anche corsa e rispetto delle consegne, filtro e disciplina tattica. E’ nato a Nijkerkerveen, a sei chilometri da Amsterdam, il 18 aprile del 1997. Ha cominciato a giocare da bambino nel Veensche Boys e nel 2008 è entrato nella Youth Academy dell’Ajax: merito di Harm Grevink, pronto a segnalarlo al club di Amsterdam. Ha avuto come allenatore nel vivaio anche Aron Winter, ex centrocampista della Lazio e dell’Inter. E’ alto un metro e 83, è un destro, il suo procuratore è Rob Witschge, che in passato è stato vice-ct nella nazionale olandese al fianco di Marco Van Basten. Ha giocato ventinove partite nella scorsa stagione tra campionato ed Europa League. 

GLI ALLENATORI - Bosz gli ha dato fiducia, ma il primo a credere nelle sue potenzialità è stato De Boer, che lo fece debuttare in Eredivisie il 29 novembre del 2015 contro il Pec Zwolle, gara vinta per 2-0 (gol di Younes e Serero). Titolare per novanta minuti nel 4-2-1-3, nel ruolo di regista basso, altro copione che Van de Beek riesce a leggere con maturità. Ora è stato scelto come erede di Klaassen. Impatto positivo, nonostante lo scivolone dell’Ajax nei preliminari di Champions. Ha segnato due gol contro il Nizza, uno nel pareggio (1-1) in trasferta e un altro nella sfida ad Amsterdam, terminata 2-2, risultato fatale per le ambizioni dell’Ajax, che ora si concentrerà sul campionato, alla ricerca del titolo numero 34 della sua storia.

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