ROMA - Ha svuotato con un po’ di nostalgia il suo armadietto nel centro sportivo “La Piverdiere-Henri Guerin”, dove i dirigenti del Rennes lo trattavano come un figlio e i tifosi lo consideravano la mascotte della squadra. Ha salutato i compagni e Sabri Lamouchi, il suo allenatore, il suo maestro, il suo punto di riferimento, che da centrocampista elegante e anarchico aveva girato l’Italia giocando nel Parma, nell’Inter e nel Genoa. Joris Gnagnon è cresciuto nel Rennes: aveva l’età da boy-scout quando fu preso - nel 2014 - dal Montfermeil, che ha contribuito nella fase iniziale alla sua formazione insieme con il Clichy-sous-Bois. E ora, dopo una trattativa chiusa nello spazio di pochi giorni, la sua cessione ha portato quindici milioni sul conto in banca del club francese. Gnagnon è stato ingaggiato dal Siviglia, che lo ha scelto per coprire la partenza di Clement Lenglet, passato al Barcellona in cambio di trentacinque milioni. 

L’ASTA - C’era la fila davanti agli uffici del Rennes, perché Gnagnon è stato il difensore centrale con il rendimento più alto tra gli Under 21 nell’ultimo campionato. Ha ventuno anni, è francese, ha origini ivoriane. E’ nato a Bondy il 13 gennaio del 1997, gioca sul centro-destra, si muove come un vecchio lupo dell’area di rigore. C’è chi lo ha paragonato a Kolo Touré (fratello di Yaya), ex Manchester City e Liverpool. E’ alto un metro e 83, è stato promosso titolare nella nazionale Under 21 di Sylvain Ripoll, dopo un impatto positivo nell’Under 20 di Ludovic Batelli. 

36 GARE E 2 GOL - Governa il reparto, è quasi un regista difensivo, ma in marcatura non è tenero. Trentasei presenze e due gol (all’Olympique Marsiglia e al Monaco) nella scorsa edizione della Ligue 1, settanta partite complessive tra coppe e campionato. Lo studiavano anche il Paris Saint Germain, il Chelsea e il Liverpool. Progetta la scalata di Presnel Kimpembe (classe 1995), tesoro del Psg e campione del mondo con la Francia di Didier Deschamps.