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Supriaha e lo show dell’Ucraina al Mondiale Under 20

E’ un centravanti, ha 19 anni e ha segnato due gol nella finale vinta per 3-1 contro la Corea del Sud: la Dinamo Kiev lo ha scoperto nel Dnipro.

ROMA - E’ stata una sorpresa, una novità, che ha rovesciato la scala dei valori del Mondiale Under 20 e i pronostici dei bookmaker, dimostrando che nel calcio l’unica password per arrivare primi non è rappresentata solo dalla parola “denaro”, dal fatturato, dalla somma dei milioni di una rosa, da un fattore puramente economico. L’Ucraina ha conquistato il Mondiale Under 20 per la prima volta nella sua storia, confermando di riflesso una tendenza certificata dalle ultime quattro edizioni: il Sudamerica non s’impone da otto anni, l’ultimo exploit è stato firmato dal Brasile guidato da Ney Franco, che schierava all’epoca Coutinho e Willian, Oscar e Casemiro, Danilo e Alex Sandro.

IL PERCORSO - L’Ucraina si è portata a casa la medaglia d’oro seguendo la scia dell’Inghilterra (2017), della Serbia di Milinkovic-Savic (2015) e della Francia (2013). Ventidue edizioni e solo un successo per l’Africa, salita alla ribalta nel 2009 grazie al Ghana. A prevalere, durante l’ultimo torneo organizzato dalla Polonia, è stata una nazionale che vale in blocco meno di venti milioni di euro. L’Ucraina, allenata da Oleksandr Petrakov, è arrivata al traguardo senza inciampare neppure una volta. Zero sconfitte, il primo posto nel gruppo D (7 punti in 3 partite), in attesa di battere Panama negli ottavi, di eliminare la Colombia nei quarti, di rovinare il sogno dell’Italia in semifinale e di chiudere il diario piegando in finale (a Lodz) per 3-1 la Corea del Sud con un gol dell’esterno destro Heorhii Tsitaishvili (2000) e una doppietta Vladyslav Supriaha, il pezzo pregiato della comitiva, con una quotazione di mercato di tre milioni.

IL PERSONAGGIO - Supriaha ha un contratto fino al 2023 con la Dinamo Kiev, che si è mossa in anticipo e l’ha preso in prestito con diritto di riscatto dal Dnipro. Si è rivelato la chiave del 3-4-2-1 studiato da Petrakov. Supriaha, diciannove anni, si è rivelato la carta decisiva nella sfida con la Corea del Sud: un attaccante che partecipa anche alla manovra, che fa pressing sui difensori e rientra spesso, rispettando le logiche di una squadra abituata a giocare sempre nello spazio di venti metri. Compattezza, ordine, forza atletica, grande armonia tra i reparti. Supriaha è nato a Odessa il 15 febbraio del 2000, è alto un metro e 82, pesa 75 chili, si è sbloccato in finale: due lampi per un’impresa. Protezione del pallone, altruismo, sponde, furbizia e rapidità in area di rigore e grandi margini di progresso. La Dinamo Kiev, allenata da Aleksandr Khatskevich, lo sta facendo crescere senza troppe pressioni, dopo averlo studiato a lungo nel Dnipro: sette gol nella squadra B per compiere il salto. E la medaglia d’oro in Polonia avvalora la scelta.

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