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Pedro Mendes, lo Sporting Lisbona fissa il prezzo della clausola: 60 milioni

E’ un centravanti, ha 20 anni, è portoghese e ha segnato dopo settanta secondi al debutto in Europa League a Eindhoven contro il Psv. E’ l’ultimo gioiello del club biancoverde, che ha cambiato tredici allenatori in sette anni e non vince il titolo dal 2002 con Mario Jardel e Laszlo Boloni

ROMA - Non c’è la pazienza, si paga la frustrante superiorità del Porto e del Benfica. Tredici allenatori cambiati in sette anni e quarantadue milioni in fumo tra stipendi e buonuscite. Solito copione, che si ripete in media ogni sei mesi come una tassa: lo Sporting Lisbona ha licenziato l’ultimo manager della lista qualche giorno fa, il 3 settembre, dopo quattro partite e la sconfitta per 3-2 con il Rio Ave. Poche righe di comunicato per divorziare dall’olandese Marcel Keizer. Ha trovato la soluzione in casa, quasi a costo zero: Leonel Pontes, una vita in tuta nel vivaio del club biancoverde, promosso dalla squadra B. E’ stato il “tutore” e il primo tecnico di Cristiano Ronaldo nel 2000, ha lanciato Nani e João Moutinho. Pontes ha ricevuto un’investitura ad interim. Il girotondo della panchina, nello Sporting, rischia di proseguire: da Domingos Paciencia a Sà Pinto, da Oceano a Frank Vercauteren, da Jesualdo Ferreira a Leonardo Jardim, da Marco Silva a Jorge Jesus, da Sinisa Mihajlovic a José Peseiro, da Tiago Fernandes a Marcel Keizer e a Leonel Pontes. I colpi di scena, dal 2012, sono stati normale routine: strappi, incompatibilità, contrasti sul mercato, risultati inferiori alle aspettative. Una giostra che ha avuto come registi tre presidenti: Godinho Lopes, Bruno de Carvalho (sotto accusa per l’aggressione ad alcuni giocatori nel 2018 dopo la mancata qualificazione in Champions) e ora Frederico Varandas, medico militare, 40 anni, eletto il 9 settembre del 2018. Il titolo manca dal 2002, dal campionato dei 42 gol del centravanti brasiliano Mario Jardel: un regalo lasciato in eredità dall’allenatore romeno Laszlo Boloni. Un’altra epoca: Cristiano Ronaldo aveva diciassette anni e cominciava a farsi conoscere con i suoi dribbling nello Sporting Lisbona, seguito sempre dalla sua prima tifosa, la mamma Maria Dolores.

IN BILICO - Lo Sporting Lisbona cerca una nuova credibilità: la Coppa del Portogallo e le due Coppe di Lega vinte negli ultimi venti mesi rappresentano una base di partenza. Anche con Leonel Pontes, però, l’aria continua a essere pesante: un pareggio (1-1 con il Boavista) e una sconfitta in campionato (1-2 con il Famalicão), oltre al ko in Europa League (3-2 contro il Psv Eindhoven). Destino in bilico, quello di Pontes, perché alcuni consiglieri di Varandas spingono per trovare un nome di prestigio. E c’è anche chi ha tirato fuori la suggestiva candidatura di José Mourinho. E’ mancata, in questi anni, una progettualità che ha determinato la cessione di tanti pezzi pregiati: João Mario, Adrien Silva, Gelson Martins, William Carvalho, Rafael Leão. Ed è proprio dalla qualità del suo vivaio che lo Sporting continua a ripartire.

LA CLAUSOLA - Ora il nuovo bambino d’oro si chiama Pedro Mendes, vent’anni, un gol al debutto in Europa League a Eindhoven contro il Psv: dieci minuti e una magia a distanza di settanta secondi dal suo ingresso in campo al posto di Miguel Luis. E’ un centravanti, non ha il procuratore, si fa guidare dalla sua famiglia: un metro e 87, tecnica raffinata, colpo di testa, un talento che lo Sporting ha blindato fino al 2023 con una clausola da 60 milioni di euro. E’ nato il primo agosto del 1999 a Guimarães. E’ stato scoperto nel settore giovanile del Moreirense (18 gol in 25 partite) ed è diventato presto il gioiello della squadra B, allenata all’inizio da Luis Martins. Il suo cartellino è costato 300.000 euro. Sette gol in sei partite con lo Sporting Under 23 e un debutto favoloso in Olanda. E’ lui l’orgoglio dell’Accademia di Alcochete: destro naturale, eleganza e un futuro da scrivere.

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