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Steven Spielberg, Tom Hanks e Meryl Streep presentano The Post a Milano

I tre premi Oscar hanno parlato del film che racconta l'importanza della libertà di stampa e la storia di Kay Graham, proprietaria del Post.

“La stampa libera è il guardiano della democrazia. Questa è una verità incontrovertibile" Steven Spielberg ha esordito così durante la conferenza stampa di The Post, a Milano, in presenza anche di Meryl Streep e Tom Hanks.

Il film racconta la storia dietro alla pubblicazione dei "Quaderni del Pentagono", avvenuta agli inizi degli anni settanta sul Washington Post. L'occultamento dei documenti top secret sulle strategie e i rapporti del governo degli Stati Uniti con il Vietnam tra gli anni quaranta e sessanta innesca una battaglia senza precedenti in nome della trasparenza e della libertà di stampa. In particolare, la pubblicazione dei cosiddetti Pentagon Papers diviene manifesto della ferma e decisa rivendicazione del diritto di cronaca da parte dell'editrice del giornale Kay Graham (Streep) e del più ambizioso e determinato tra i suoi redattori Ben Bradlee (Hanks). Nonostante i meschini tentativi del governo di contenere la fuga di informazioni riservate, i media diffondono la notizia schierandosi dalla parte dei cittadini.

The Post è il quinto film di Steven Spielberg che veda tra i protagonisti Tom Hanks, che diventa così l'attore che ha lavorato più volte con Steven in ruoli differenti, dopo Salvate il soldato Ryan, Prova a prendermi, The Terminal e Il ponte delle spie. Si tratta invece della prima volta per la Streep insieme a Spielberg.

"Se guardiamo a posteriori i fatti del 1971 quando Nixon ha cercato di negare questo diritto di pubblicare e diffonde i Pentagon Papers e addirittura ci è voluta una sentenza della Corte Suprema, in quanto la corte d’appello, meno importante, aveva di fatto impedito al New York Times di proseguire con la pubblicazione, questo è stato un atto inaudito - ha continuato Spielberg - Era la prima volta che accadeva dalla Guerra Civile Americana. Oggi ci troviamo ancora ad osservare la minaccia reale, per quello che riguarda la libertà di stampa e questo fa sì che ci sia una rilevanza assolutadi quei fatti avvenuti nel 1971. Io la storia l’ho scoperta grazie alla sceneggiatura di Liz Hannah e Josh Singer nel 2017. Questa inversione causale di numeri è assolutamente attuale.”

LEGGI IL RESOCONTO COMPLETO DELLA CONFERENZA SU CINEFILOS.IT

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