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"Il Primo Re" porta il cinema italiano ad un nuovo livello

Il nuovo film di Matteo Rovere, il regista di Veloce come il vento, rappresenta uno sforzo produttivo e creativo grandioso. Borghi e Lapice si prendono la scena

ROMA - Dopo il grande successo di Veloce come il vento, Matteo Rovere sceglie la strada più difficile per confermarsi: un film epico sulla leggenda di Romolo e Remo e della nascita di Roma, "Il Primo Re". 
Il risultato è grandioso. Il regista è tra i meno "italiani" del panorama cinematografico, il suo Veloce come il Vento era adrenalinico come un film americano (pur mantenendo evidenti le origini nostrane del prodotto).
Anche "Il Primo Re" a prima vista quasi non sembra un film prodotto in Italia. La parte iniziale dedicata alla piena del Tevere non ha nulla da invidiare visivamente alle grandi produzioni hollywoodiane. Immagini potentissime e una regia senza difetti.

Dicevamo la strada più difficile. Non solo per il tema: la leggenda è intrisa di simbolismi e spiritualità. Ma Rovere ha scelto di fare un film il più realistico possibile. Con tutto quello che ne consegue. Non solo un limitato utilizzo di effetti speciali (quasi tutto quello che vediamo è "vero"), ma, ad esempio, l'uso dall'inizio alla fine del latino arcaico (sottotitolato in italiano) nei dialoghi. Oltre ad una spiccata brutalità nelle scene di guerra. 

Ne esce fuori un film indimenticabile, che porta il cinema italiano ad un nuovo livello. A contribuire alla riuscita c'è un Borghi/Remo eccezionale che divide la scena con un altrettanto convincente Alessio Lapice nel ruolo di Romolo. 

E' un film forse non per tutti, ma che il pubblico dovrebbe premiare per lo sforzo, produttivo e creativo, di fare qualcosa di nuovo, di ambizioso. Appuntamento nelle sale italiane è per il 31 gennaio. 

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