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Yesterday, l'omaggio di Danny Boyle ai Beatles non convince

Il celebre regista dirige una commedia surreale: il mondo ha dimenticato la musica dei quattro di Liverpool. Le risate però sono troppo poche

Leggi Danny Boyle e Richard Curtis insieme. Una bomba. Roba forte, fortissima. Come fai ad uscire sconfitto se metti insieme uno dei più importanti registi al mondo (quello di Trainspotting o The Millionaire, per gli eretici) e lo sceneggiatore che ha ideato Mr. Bean e scritto commedie come “Quattro matrimoni e un funerale”, “Notthing Hill” e “Il diario di Bridget Jones”? Impossibile. E invece a volte può succedere. E’ un po’ come il Barcellona di Messi e Ibrahimovic lì davanti. Non sempre la formula “Fuoriclasse+fuoriclasse = capolavoro” funziona.

E’ il caso di “Yesterday”, un omaggio ai Beatles sotto forma di commedia surreale. La storia è quella tipica dei film di Boyle. Jack Malik (Himesh Patel) è un giovane cantautore che non riesce a far arrivare la sua musica a nessuno. L’unica persona che crede in lui è Elle (Lily James), la sua amica che gli fa anche da manager. Una sera, di ritorno a casa, il mondo intero si ferma per un blackout e proprio in quell’istante Jack ha un incidente. Al suo risveglio in ospedale la situazione sembra tornata alla normalità, se non fosse per un piccolo particolare: il mondo ha dimenticato la musica dei Beatles. Nessuno ha mai sentito nominare John, Paul, George e Ringo. Dissolti nel nulla, via dalla memoria collettiva. Jack è l’unico a ricordarli e, soprattutto, a ricordare le loro canzoni.

Il protagonista sceglie di fare la cosa più ovvia: appropriarsi dei capolavori del quartetto di Liverpool e diventare una leggenda. Il problema del film è che, dopo l’accattivante premessa, non riesce più a coinvolgere. La regia di Boyle sembra a tratti svogliata, non ci sono guizzi di sceneggiatura degni di nota. Si ride poco e le battute risultano troppo scontate. Certo, c’è la musica dei Beatles e quella da sola regge il film. La storia però zoppica (nonostante le divertenti incursioni di Ed Sheeran) e la svolta romantica non migliora la struttura complessiva che risulta troppo frivola. Boyle stavolta non ha centrato l’obiettivo. Ci può stare. Vi avvisiamo di una cosa, però: usciti dalla sala fischietterete “Yesterday” per giorni. Poi non dite che non vi abbiamo avvisato.

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