BUDAPEST - Bernie Avenue appare per tre giorni all’anno. Una delle strade d’accesso all’Hungaroring fu ribattezzata così per compiacere Ecclestone, ma il nome non è presente nelle mappe e il cartello viene montato a bella posta il venerdì mattina e rimesso in cantina alla domenica, piazzato non longitudinalmente come si usa con i nomi delle vie, ma trasversalmente come fosse un segnale stradale. L’importante è che la veda il Boss della Formula 1 quando arriva sulla sua Mercedes imbandierata, scortato dalle moto della polizia ungherese accese di mille colori. Bernie in realtà, qui è un po’ un mito. Lo Stato magiaro gli ha reso onore nei palazzi del potere e gli ha dedicato un francobollo (non potendo arrivare a coronare il vero sogno di Ecclestone: essere su un taglio di banconota). In effetti il Gran Premio d’Ungheria del 1986 segnò un momento storico per le corse: l’accesso della Formula 1 nell’allora blocco comunista, tre anni prima della caduta del vero Muro. Un debutto non meno importante dello sbarco del Mondiale nell’area islamica (GP Malesia 1999) e sul pianeta Cina (2004).