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F1, scintille tra Wolff e Horner

EPA

Il team principal della Mercedes chiama il papà di Verstappen, ma quello della Red Bull non ci sta e lo definisce «ingenuo e arrogante»

SAN PAOLO - Scintille tra team principal in vista del Gp del Brasile, nel quale potrebbe decidersi l’assegnazione del titolo mondiale di F1. A scatenare la polemica è stato Toto Wolff: il boss della Mercedes ha fatto una telefonata a Jos Verstappen, padre del giovane e discusso pilota della Red Bull, Max, che più volte ha attirato critiche su di sé per comportamenti troppo aggressivi in pista. «Max crede e si fida solo di suo padre - ha spiegato Wolff, motivando la sua chiamata - tutti parlano male di lui, ma non se lo merita. Ha un gran talento e se fosse coinvolto in un incidente con Rosberg o Hamilton, le critiche su di lui aumenterebbero a dismisura». Wolff, quindi, sostiene di aver telefonato al papà di Verstappen - suo amico di lunga data - solo per affetto e per il bene di Max. 

PAROLA A HORNER Non è assolutamente d’accordo con Wolff Christian Horner, team principal della Red Bull, secondo cui il comportamento di Wolff «è totalmente sbagliato. Pensi al suo business e non a interferire con gli altri team - ha detto - non ha il diritto di dire a Max come deve guidare o comportarsi. Verstappen è stato ingaggiato per dare il massimo in ogni gara. Con questa telefonata Toto ha dimostrato sia ingenuità che arroganza».

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