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Horner e la frase che prende in giro la Ferrari: "Quando piove...". È già alta tensione

Il flop di Melbourne ha spalancato dubbi sulla Rossa. E la pista in Cina non è amica…

« Quando piove a dirotto, solitamente è bene montare le gomme da bagnato». Tocca dover ascoltare questa battuta irridente sulla Ferrari da Christian Horner, che commentando il GP d’Australia ha anche voluto rendere plastico il concetto: «Per noi è stata una decisione semplice richiamare Verstappen ai box, bastava che loro facessero la stessa cosa». Anche peggiore, tremenda, la stroncatura arrivata dal Daily Mail sul cosiddetto ingaggio del secolo: «L’avventura di Hamilton in Ferrari ha già il sapore di un tour d’addio (...). Lewis ha interagito con il suo nuovo ingegnere di macchina Riccardo Adami come se non si fossero mai incontrati». E ancora, sulle mediocri qualificazioni della Ferrari al sabato: «Hamilton, ottavo dietro il compagno Leclerc, sorrideva da un orecchio all’altro come avesse vinto alla lotteria. In un certo senso aveva scelto i numeri giusti: 60 milioni (di sterline, ndr) all’anno». Veleno. 
Dal rosso e dolce tramonto di Piazza Castello alla pioggia di domenica e, in rapida successione, alla grandinata mediatica del lunedì. Questa è l’amara realtà. 

La Ferrari dopo il flop in Australia: cosa non ha funzionato

Avanza prepotente la domanda: cos’è che ha mandato in tilt le SF-25, in particolare sotto la pioggia, nonostante le Rosse potessero contare su un’ala posteriore più carica? E prima ancora che giunga una risposta, ne viene fuori un’altra ancora più preoccupante: si è trattato di un problema di assetti o di progetto? Perché al primo svarione si può rimediare ma al secondo no, adottare soluzioni palliative sarebbe come incerottare la diga che perde. 
Va pure detto che le macchine, sempre più in difficoltà all’aumentare dell’aderenza dal venerdì alla domenica, non hanno costituito l’unico problema. Far montare tardi le gomme da bagnato ai due piloti ha riportato a un’atavica incapacità nelle strategie, che l’anno scorso pareva sanata. E ciò che forse è peggio di tutto: di fronte ai problemi la Ferrari non è riuscita a rimanere zen come, per dire, aveva fatto la McLaren dopo il primo terzo del campionato del 2023, pur conscia di aver raccolto la miseria di diciassette punti in otto gare. Fred Vasseur s’è preso la responsabilità del flop di Melbourne (e ci sarebbe mancato) ma ha anche dato spiegazioni al limite dell’ascoltabile: «I valori sono quelli del venerdì e del sabato fino al Q2, eravamo tutti vicini, McLaren compresa». Qui tocca mettersi d’accordo: i venerdì non sono i giorni bugiardi in cui chi ha in canna buone prestazioni le nasconde? Bisogna dunque desumere che la classifica del venerdì sera – Leclerc primo davanti alle McLaren – fosse una tavola della legge? Non è così, chiaramente.

Il Gp della Cina per il riscatto, ma è dura...

È già tempo di correre ai ripari e non sarà facile, per due fosforescenti ragioni: la prima, se l’Australia era storicamente favorevole alla Ferrari la Cina rappresenta il contrario, e lì lo scorso anno la SF-24 aveva patito il freddo (mai una Rossa nei top-3, né nelle due qualifiche né nelle due gare); la seconda, un’ora di prove libere su una pista poco usata e tanto sporca non aiuterà a identificare e correggere le magagne degli assetti. 
Lewis Hamilton sembra aver derubricato Melbourne a incidente di percorso: «Credo che miglioreremo nelle prossime gare e che il potenziale della macchina sia nettamente più alto di quello che si è visto in Australia». 
Sempre realista Charles Leclerc: «Sarà importante reagire subito. Purtroppo il prossimo GP è la Cina, sicuramente non una pista amica per noi. L’anno scorso abbiamo fatto tanta fatica, ma Shanghai è un circuito permanente e toccherà a noi fare meglio. Da lì dovremo provare a migliorare, guardando sempre avanti». La fatica, purtroppo, è anche dei tifosi. 

 

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