Corriere dello Sport

LIVE

Dalle squalifiche alla forma di Hamilton fino alla gelosia di Leclerc: Vasseur svela i retroscena Ferrari

Il team principal di Maranello a L'Equipe rivela tutto al termine del disastroso Gran Premio di Cina: le sue parole

Aneddoti, retroscena, spiegazioni: nella lunga intervista del Team Principal della Ferrari, Vasseur, a L'Equipe, c'è tutto. Ed è molto interessante ogni sua parola perché, come spesso accade, l'intervista non risale a mesi fa ma a ieri. Vasseur, scrive il giornale francese, nella pausa pranzo a Maranello, rinuncia ad un appuntamento per raccontare, raccontarsi e spiegare. Parole che i tifosi della Ferrari, prima eccitati dalla coppia Hamilton-Leclerc e ora un po' disorientati da tutto quello che è successo nelle ultime settimane (terminate con la doppia squalifica in Cina dopo la vittoria nella Sprint), aspettano con la leggittima ansia di chi aveva (ha) aspettative altissime. "Il mio compito è saper analizzare gli aspetti positivi e negativi di ogni situazione per poter progredire. Ogni fine settimana ha i suoi aspetti positivi e negativi, e questo fine settimana ha avuto entrambi gli estremi. Purtroppo, ciò che spesso ricordiamo è l'ultima gara o l'ultimo evento. Quindi siamo tornati con un po' di frustrazione, perché sentivamo di aver fatto un passo avanti rispetto all'Australia (Leclerc ottavo, Hamilton decimo, ndr). Non si è tradotto in punti, è vero, ma penso che fossimo sulla strada giusta con molti aspetti positivi: la pole e la vittoria in volata di Lewis e la gara di Charles domenica. Ma anche in questo caso, anche le cose belle, bisogna saperle analizzare e comprendere per poter progredire". A Vasseur viene chiesto se il successo nella Sprint sia stato o meno importante per convalidare il progetto Hamilton. Netta la risposta: "Non ne abbiamo bisogno per convalidare il progetto, come dite voi. Anche perché il progetto è molto più ampio della Sprint cinese. D'altro canto abbiamo adempiuto ad una parte del contratto. Non dovremo più rispondere alla domanda sulla prima pole o sulla prima vittoria - sottolinea il Team Principal con ironia -. Delle tre gare che abbiamo disputato, questa è stata una delle più grandi prove di dominio che abbiamo avuto. Arrivare a sette secondi dal secondo posto al termine di una gara che dura un terzo di un GP risponde ad alcune domande e dubbi".

Hamilton e la risposta di Vasseur: "Pensare che sia logoro è falso"

Entrando nel merito, e sui singoli, impossibile non parlare di Hamilton, anche togliendosi qualche sassolino dalle scarpe: "Quando sei alla Ferrari non sei mai bloccato nella normalità e nella vita di tutti i giorni. C'è ancora quella passione. Certamente ancora di più con Lewis. L'abbiamo visto in Cina questo fine settimana, l'abbiamo visto in Australia. Ora cerchiamo di starne alla larga. C'era gente che ci diceva: "Ah, avete fatto un sacco di rumore con Lewis quest'inverno". No. È stata la stampa a fare molto rumore. Non abbiamo chiesto nulla.  Abbiamo scattato una foto. Non abbiamo fatto nemmeno una intervista. Non abbiamo nemmeno fatto il lancio a Maranello. Quindi questo entusiasmo esiste, è insito nella squadra, nei piloti, ma non è qualcosa che cerchiamo. Dobbiamo solo conviverci. Lo considero un fatto positivo perché è bello avere dei tifosi che aspettano fuori ed sono emozionati. Mi piace quell'energia.  Quando ti trovi a praticare uno sport così esposto - continua Vasseur - sai che dovrai vedertela con tutto questo. Abbiamo ricevuto molte critiche dopo il weekend in Cina, fa parte del gioco. La Formula 1 è uno sport molto pubblicizzato. Bisogna accettare di essere applauditi, è bello; ma possono arrivare anche le critiche, è una legge. La mia unica preoccupazione è che questo entusiasmo non danneggi il nostro lavoro o le nostre prestazioni". Da Hamilton ci si aspetta tantissimo e la sensazione è che anche l'inglese sia molto esigente con se stesso, più del solito, come se indossare il rosso Ferrari gli avesse dato più carica, ma anche più pressione: "Lui riesce a ottenere il massimo da tutti coloro che lo circondano perché è esigente con se stesso e funziona molto bene quando è esigente con gli altri. Tutti cambiamo in vent'anni, ma la caratteristica comune tra il Lewis di oggi e quello di 20 anni fa è che entrambi sono estremamente esigenti. I primi ad andare a correre la mattina, i primi a fare sport. È il suo marchio di fabbrica e lo ha mantenuto. Ed essendo esigente con se stesso, è anche estremamente esigente con tutti. Ha la capacità di spronare un po' ognuno. Quando si parla di prestazioni del pilota, non si considera solo la frenata all'ultimo minuto della curva 8. Lewis ci consente anche di cambiare la nostra visione. Non facciamo cose come la Mercedes, come la Red Bull, come la McLaren, ognuno agisce in modo diverso, ma nonostante tutto riusciamo tutti a finire nello stesso decimo. Lewis, a causa del suo background, ha esigenze diverse e pensa alle cose in modo diverso. E non sto dicendo che sia meglio o peggio. Ma ci aiuta. Alcune critiche che ha ricevuto sono state... (esita, ndr) molto dure. Pensare che Hamilton sia logoro e sorpassato è duro. Ed è falso. Basti pensare alla sua ultima gara dell'anno scorso: partì sedicesimo e finì quarto, superando il compagno di squadra".

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi