Lewis Hamilton, Ferrari, contro Andrea Kimi Antonelli, Mercedes, il primo 40 anni, il secondo 18. Il vecchio e il nuovo si confrontano a Suzuka dove la frequente normalizzazione tecnologica della Formula 1 si mette da parte per fare spazio all’evoluzione dei caratteri umani. E così la scelta dell’età diventa elemento fondante di una strategia che fino ad ora metteva alla pari il coraggio dei giovani e la ragionevolezza degli adulti. E così la Ferrari non aveva avuto dubbi per “condire” le capacità ormai provate di Charles Leclerc con il “mito” di Lewis Hamilton. Sulla carta, la mossa vincente per un “cavallino” azzoppato che sembrava pronto a ridicolizzare la concorrenza. McLaren, Mercedes, in prima fila, preparate ad affrontare tempi lunghi prima di poter raccogliere i risultati e confrontarsi con quella Red Bull che poteva contare “solo” su un Max Verstappen che vola nascosto, dietro l’orizzonte.
L’inizio del campionato ha dimostrato il contrario perché il rapporto tra il “vecchio” e il “nuovo” è ancora ben lontano da consolidarsi. Con Lewis Hamilton “padrone” in casa, forte del suo passato e un Charles Leclerc veloce sul giro, spesso discontinuo in gara. Una strategia che per Ferrari nelle prime gare della stagione ha reso blindati gli accessi al podio. Una situazione non del tutto estranea al carattere riservato del pilota francese che ha chiesto pubblicamente di pregare i suoi fan di non citofonare a casa per gli autografi.