Il mondiale di Formula 1 è già finito: cosa faremo fino al 2026? È quello che si chiedono gli appassionati delle monoposto e di un campionato che in Austria sembra essere giunto già al termine. L’unica lotta rimasta aperta, infatti, è quella tra Lando Norris e Oscar Piastri, che pure sul Red Bull Ring non si sono risparmiati rischiando anche un clamoroso patatrac. Ma poi? Oltre al duello in casa “papaya”, c’è poco altro a tener vivo un mondiale che, in realtà, avrebbe altre tredici gare, tredici capitoli che, però, rischiano di aver poco da dire. “Colpa” di una McLaren inarrivabile ma anche degli altri team, alle prese con i soliti problemi.
McLaren inarrivabile, anche Verstappen si arrende
L’unico che fin qua era riuscito a tener testa alle McLaren è stato Max Verstappen, nonostante una Red Bull inferiore. Il caldo elevato ha evidenziato i problemi della macchina di Milton Keynes, ai quali si è aggiunto il colpo da KO di Andrea Kimi Antonelli al via. Ora sono 61 i punti che dividono Verstappen dal primo posto in classifica di Piastri. Ma, al di là dei punti, a rendere incolmabile il gap è la perfezione della McLaren. Una macchina che gode di una finestra più ampia nella quale realizzare la propria prestazione, e che continua a migliorare. Basti pensare che in Stiria è arrivata una nuova sospensione anteriore, l’ingrediente che mancava a Norris per performare (ma non adottata da Piastri).
Ferrari in corsa per il titolo degli “altri”
E poi ci sono gli altri. Il weekend austriaco ha portato novità positive in casa Ferrari, che si è presentata con un nuovo fondo e con configurazioni che prediligono il giro secco (e si è visto in qualifica con il secondo posto di Charles Leclerc e il quarto di Lewis Hamilton) portando alla necessità di una maggiore gestione delle temperature la domenica. Da qui nasce l’ormai celebre lift and coast, l’assidua richiesta rivolta dal muretto ai piloti, tanto “detestata” ma anche l’unico compromesso per centrare prestazioni almeno dignitose. E, in effetti, il Cavallino è tornata in vantaggio nel campionato dei team “umani”, superando una confusionaria Mercedes di appena un punto. Troppo poco, ma per ora tocca accontentarsi. E magari pensare a cosa fare fino al 2026, visto che questo mondiale ha pochissimo altro da dire.