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F1, Marchionne: «Vettel, animo meridionale»

AP
Il Presidente della Ferrari, durante il tradizionale pranzo di Natale, parla del temperamento di Seb: «È molto emozionale, ma nel 2018 non sarà così»

MARANELLO - «Non leggo fragilità in quei suoi moti di rabbia. Piuttosto di carattere». Alla faccia della freddezza e della razionalità che l’opinione comune attribuisce ai tedeschi, Sergio Marchionne, presidente e amministratore delegato della Ferrari, vede un’anima latina in Sebastian Vettel: «Credo che sia un po’ meridionale e ogni tanto gli saltano un po’i nervi» ha detto durante il tradizionale pranzo di Natale della Rossa a Maranello. Poi Marchionne si è lanciato in un paragone calcistico, sempre relativamente a Seb: «È molto emozionale ma è altrettanto vero che le sue emozioni sono come i falli di reazione che ha un grandissimo giocatore che è sotto pressione. All'ennesimo attacco magari gli scappano i cavalli. Seb ha dimostrato però che studia molto se stesso, si impegna. Nel 2018 credo che la sua componente meridionale non la vedremo, ha imparato abbastanza».

TOCCA A LUI Il numero uno della Rossa, infine, ha giustificato alcune reazioni sopra le righe del pilota tedesco: «le occasioni per arrabbiarsi non gli sono mancate - ha aggiunto - Un paio di situazioni incredibili giustificano le sue reazioni. Ma dopo un 2016 difficile nel 2017 credo gli abbiamo dato una gran macchina. D'ora in poi sa che tocca a lui. Del resto non si vincono 4 mondiali se non sei un campione. Quest'anno lo ha sfiorato e Lewis Hamilton che lo ha raggiunto a quota quattro lo ha fatto in tanti anni».

LA VITE DI KIMI Marchionne si è inoltre espresso anche su Kimi Raikkonen. Il finlandese sarà con la Ferrari anche nel 2018, nonostante secondo alcuni non sia il pilota ideale per una scuderia che punta al titolo: «Non sono affatto pentito di Kimi Raikkonen. La mia opinione personale è che se troviamo la vite giusta, lui va da dio. Il problema è che bisogna trovarla» ha spiegato, ribadendo il concetto. Raikkonen deve trovare costanza: «Quando gira è un piacere vederlo. Ma delle volte è come se si staccasse». Simile il parere del responsabile della Scuderia, Maurizio Arrivabene: «Kimi non avrebbe fatto la pole di Montecarlo se non fosse stato il campione che è, in un circuito dove passi a un millimetro dai muri. Non ce la puoi fare se non sei grandissimo. Bisogna girare quella vite in modo che dopo Monaco lo si riporti così in altri circuiti. È una grandissima persona e un grandissimo talento. Ma questa vite gliela dobbiamo trovare - ha ribadito Marchionne - Credo sarebbe un peccato finire la sua carriera senza dimostrare che è un grandissimo, perché lo è».

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