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F1, 30 anni fa moriva Enzo Ferrari

AP
Nel giorno dell'anniversario della morte del patron del Cavallino, la casa di Maranello ricorda il suo fondatore

ROMA - «Se puoi immaginarlo, puoi farlo», era uno dei suoi motti proferiti. Enzo Ferrari è morto 30 anni fa e la casa di Maranello ha colto l'occasione per ricordare il suo fondatore. Il patron del Cavallino è stato un esempio senza precedenti di sognatore pratico, un uomo che ha creato una società da zero che è diventata famosa in tutto il mondo per i suoi risultati sportivi e la sua eccellenza di mercato.

30 ANNI DOPO «Trenta anni dopo continuiamo a onorare la sua eredità e visione in tutto ciò che facciamo», questo il messaggio ribadito sul profilo Twitter ufficiale. E non c'è dubbio che la Ferrari abbia una straordinaria capacità di rendere reali le idee su cui la sua mente curiosa si è concentrata in una vita molto intensa ma anche segnata da abitudini e una serie di routine che raramente lo hanno visto lasciare Modena e Maranello.

UNA PROFICUA ROUTINE Enzo Ferrari non ha mai fatto una vacanza. A volte, quando si concedeva una mezza giornata a Viserba, sul Mar Adriatico, se gli veniva un'idea tornava a casa, per annotare quello che gli era venuto in mente e per verificare che tutto andasse bene. Era quasi come se avesse bisogno di dare all'azienda e al suo staff una piccola pacca sulla spalla prima di andare a dormire. Padre severo, ha avuto un rapporto sincero e onesto con i suoi dipendenti, al punto che per il suo 90esimo compleanno, 1700 persone hanno cenato insieme nella fabbrica.

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