L’ acuto “Vincerò!“ a seguito della Sprint marchiata da Hamilton è durato il tempo di una giornata, poi in Ferrari è tornato il frastuono dell’Australia: pentole che cadono, a orecchio. È successo che a seguito di un GP della Cina mediocremente concluso al quinto e sesto posto (dietro tutti quelli che contano: McLaren con Piastri e Norris, Mercedes con Russell, Red Bull con Verstappen), le due Rosse siano state squalificate perché irregolari. Spendiamoci subito l’informazione lenitiva: non hanno fatto i furbi. Non hanno cercato di aggirare il regolamento: semplicemente, nell’esercizio dell’ingegneria, hanno sbagliato i calcoli su due diverse equazioni.
Charles Leclerc, giunto quinto, è stato squalificato per vettura sottopeso di un chilogrammo. Il nuovo limite è di 800 chili, l’hanno pesata e ripesata con un’ala anteriore sana (visto che Charles aveva perso una bandella laterale al via), su due bilance diverse, ognuna di esse tarata più volte. E quelle niente, non si sono mosse a pietà: kg 799. È scattata la squalifica e non si può recriminare: lo scorso anno, in Belgio, a Russell per un chilo e mezzo fu tolta una vittoria.
Lewis Hamilton, giunto sesto, sotto il fondo aveva il pattino troppo consumato. Il pattino serve a non far avvicinare troppo la macchina all’asfalto, e abbassarla è il sistema per ottenere l’effetto suolo; proprio questa incapacità è il tema tecnico negato ieri da Fred Vasseur e che la Ferrari deve, invece, affrontare e risolvere. A fronte di uno spessore minimo di 9 millimetri, il pattino della Rossa misurava 8,6 millimetri sul lato sinistro e centrale, 8,5 sul lato destro. Potevano alzare la SF-25? Sì, ma sarebbe stata ancora più lenta. E si potrebbe obiettare: tutto questo scompiglio per mezzo millimetro? Certo. Figurarsi che ieri, mentre le McLaren filavano su monorotaia, Norris aveva problemi di freni e il muretto l’ha avvisato così: «Da adesso dovresti sentire il pedale del freno abbassarsi di circa mezzo millimetro in più a ogni giro». Questa è la Formula 1.